Cronaca locale

La figlia della donna suicida potrà stare con il padre

La 43enne si gettò da un palazzo con la bimba Le accuse della Lega ai servizi sociali milanesi

Cristina Bassi

Giusto ieri l'intervento in Consiglio comunale del leghista Massimiliano Bastoni, che puntava il dito contro i servizi sociali di Palazzo Marino. E nelle stesse ore è arrivata la decisione del Tribunale dei minori sulla bambina di due anni e mezzo che era seguita dal Comune insieme alla madre. La donna lo scorso 23 settembre si è gettata dall'ottavo piano di un palazzo con in braccio la figlia. La 43enne è morta sul colpo, mentre la piccola è rimasta gravemente ferita ma si è salvata. Il padre della bimba, nel chiedere l'affidamento, aveva accusato gli assistenti sociali che avrebbero dovuto occuparsi della minore. I giudici ora hanno disposto per i prossimi due anni il «collocamento» della piccola presso il papà e l'affidamento ai servizi sociali non più di Milano bensì del Comune in cui risiede l'uomo. La bambina potrebbe essere dimessa dall'ospedale già nei prossimi giorni: «Ha avuto una ripresa incedibile, miracolosa», dice chi l'ha curata.

I legali del padre, gli avvocati Daniela Missaglia e Giuseppe Principato, hanno a più riprese denunciato le inadempienze e la mancata tutela della bimba fino alla tragedia. Lo stesso ha fatto ieri in aula Bastoni, che ha parlato di «gravi responsabilità» e «condotta irresponsabile» dei servizi sociali, riprendendo le dichiarazioni e la documentazione raccolta dall'uomo e dai suoi avvocati. «Ho preso visione delle prove che sono state portate all'attenzione della Procura di Milano - ha dichiarato il consigliere comunale e regionale -. Le assistenti sociali hanno avuto condotte vergognose. Chiediamo che vengano sospese». Si chiedeva poi che il Comune rinunciasse all'affidamento della bambina. Continuava Bastoni: «Dalla documentazione che il padre della piccola mi ha concesso di visionare emerge un quadro spaventoso di gravi mancanze da parte dei servizi sociali del Comune di Milano. Le numerose denunce documentate con messaggi, video e audio dimostravano non solo l'instabilità mentale della donna» che aveva già manifestato «istinti suicidari», ma anche, ha aggiunto il consigliere leghista, il contesto di disagio e «maltrattamenti» in cui viveva la bambina. Inoltre «le assenze dalla comunità dove (la donna, ndr) avrebbe dovuto risiedere di cui peraltro il Comune continuava a pagare la retta, le frequentazioni equivoche della madre». Non solo: «Tutto era a conoscenza degli assistenti sociali che però ogni volta fornivano al Tribunale dei minori relazioni edulcorate e sempre favorevoli alla madre e svilivano la figura paterna e la attaccavano senza motivi validi e oggettivi. L'epilogo è stato tragico». Il consigliere puntava il dito in particolare contro le due assistenti sociali del Municipio 1, la loro responsabile e il direttore centrale dei Servizi sociali. Chiedendo che venissero sospesi dal servizio o assegnati ad altro incarico fino alla conclusione delle indagini.

Bastoni ha sollecitato il sindaco e l'assessore ai Servizi sociali Michele Rabaiotti ad attivare una commissione d'inchiesta interna: «Non vogliamo un'altra Bibbiano», ha concluso.

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