Cronaca locale

Alla fine la Benelli si arrende Ritira il ricorso e si «dimette»

L'assessore comunale alla Casa rimette le deleghe al sindaco e accetta il taglio ai vitalizi maturati da consigliere in Regione

Alla fine la Benelli si arrende Ritira il ricorso e si «dimette»

(...) in cui spiega di aver «aderito al ricorso collettivo contro una legge sbagliata della Regione. Si sarebbe potuto raggiungere l'obiettivo di ridurre i vitalizi senza demagogia e senza intaccare principi di diritto. Le polemiche che sono sorte hanno però evidenziato come molti abbiano visto nella mia scelta la difesa di un privilegio». Dal momento che «questo - assicura - è quanto di più lontano dal mio obiettivo e dalla mia storia ho deciso di ritirare la mia firma da quel ricorso, onde evitare di alimentare ulteriori e inutili polemiche. Per lo stesso motivo ho deciso di rimettere al sindaco le mie deleghe, anche per non coinvolgere la Giunta in polemiche che non riguardano in alcun modo l'azione amministrativa». Conclude ringraziando il sindaco per la «disponibilità e la stima dimostrata anche nel corso del colloquio». Consegnare le deleghe non equivale a dimissioni immediate: ora la palla passa al sindaco e, dovendo scommettere, oggi riconfermerà la fiducia all'assessore e la questione finirà a tarallucci e vino. Forse più critica sarà riparare la frattura con il partito.

La Benelli ha evitato il processo in giunta. Non per una solidarietà dei colleghi, ma semplicemente perchè ha bigiato la consueta seduta del venerdì. Pisapia a inizio seduta ha riferito che avrebbe aperto il dibattito sul caso, ma in assenza della diretta interessata ha invitato chi avesse osservazioni in proposito a riferirgliele in privato. Se al tavolo il tema scottante non è stato quindi toccato, gli assessori fuori dall'aula si sono espressi tutti in modo critico, quasi sconcertati che non avesse considerato un boomerang una mossa così impopolare. La Benelli era già finita nella bufera per «affittopoli» 2012. Allora decise di lasciare l'alloggio del Pio Albergo Trivulzio in cui abitava a prezzo low cost. Questa volta, hanno sostenuto parecchi in giunta e in consiglio, non basterà il dietrofront forse a recuperare credibilità davanti agli interlocutori con cui deve trattare ogni giorno: la sua delega non tocca lo sport o la moda, ma la Casa, dunque deve confrontarsi gli inquilini delle case popolari, gente al minimo vitale. Un termometro è l'umore (anzi, il malumore) dei dipendenti comunali che già la contestano per un ricorso forse legittimo, ma tipico della «casta» dei politici. Il coordinamento provinciale due sere fa con una nota aveva chiesto alla Benelli di ritirare il ricorso. Attacco pesante ieri anche dall'onorevole di Sel Daniele Farina, storico sostenitore del Leoncavallo, «Se per altri il fatto di rimanere attaccato al vitalizio è sorprendente, dalle nostre parti è sconcertante. Daniela Benelli deve fare un passo indietro». Sull'ipotesi di ricorrere in caso contrario alla valutazione del collegio dei probiviri si era limitato ad un «valuteremo», ma «sono convinto - ha detto - che farà una rinuncia volontaria». É andata così. Ma quei mal di pancia nel partito nei confronti dell'ex assessore Pd della giunta Penati, passata a Sel (e come capolista) in occasione della campagna di Pisapia e subito arruolata in giunta, in questi giorni sono venuti a galla.

E forse sarà più facile ricucire col sindaco che nel partito.

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