Cronaca locale

Alla fine Pisapia chiede scusa e promette risarcimenti a tutti

Quasi 8 ore di esondazione non stop, un record. Dalle 2.49 alle 11.42 del mattino il Seveso ha impantanato Milano e le istituzioni. E mentre vigili, protezione civile e cittadini erano impegnati ieri mattina a svuotare negozi, cantine e alloggi al pianterreno dall'acqua e dal fango, il Comune già alle 10 si è concentrato su un altro scaricabarible. «La Regione ha emesso nel pomeriggio di ieri (lunedì, ndr.) un bollettino meteo segnalando un'intensificazione dei rovesci ma senza alcun avviso di criticità, non c'è stato il tempo di aprire i tombini prima dell'esondazione». É l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli a fare l'avvocato del sindaco mentre contro Giuliano Pisapia impazzano sul web le accuse e le ironie per la malagestione dell'emergenza. Circola la sua promesse in campagna elettorale («è ora di intervenire sul cronico problema delle esondazioni e per primi abbiamo proposto di realizzare vasche di laminazione» scriveva nel programma del 2011), rispunta la foto degli ex consiglieri del Pd Maran e Majorino, oggi assessori, con gli striscioni anti-Moratti, «è lei la calamità di Milano» sostenevano dopo gli allagamenti del 2010. Tant'è, Granelli scarica tutte le colpe sulla Regione e poi corre proprio al Pirellone con il vicesindaco per chiedere aiuto per gli interventi in città all'assessore alla Protezione civile Simona Bordonali. La Regione - ricostruisce la Bordonali più tardi - nella notte ha attivato tutte le procedure previste dal protocollo. Il Comune sa benissimo che una precipitazione di tale portata su Milano era imprevedibile, incontrollabile e incontrollata, ci siamo impegnati tutti per intervenire prontamente e abbiamo lavorato prima di parlare, mentre altri hanno trovato il tempo di uscire con dichiarazioni polemiche durante l'emergenza».
Gli scambi di accuse tra centrodestra e sinistra nei due palazzi divampano. Il sindaco Giuliano Pisapia convoca un'unità di crisi a Palazzo Marino, per fare il punto con vigili, Mm, Atm. Chiedono di partecipare anche l'assessore Bordonali e, per la Provincia, Cristina Stancari, Stefano Bolognini, Franco De Angelis. Vengono lasciati fuori dal vertice. Solo a riunione conclusa incontrano Giuliano Pisapia e gli ribadiscono l'invito a lavorare in modo coordinato, evitando polemiche. Sono passate le 17 e trenta quando il sindaco, intervenendo il Consiglio, chiede finalmente «scusa ai milanesi» per i disagi subiti. Promette di fare «tutto il possibile per risarcire i cittadini dei danni subiti, sebbene non possano essere addebitato a una mancata o scarsa manutenzione da parte del Comune». Ribadisce anche lui che la Regione «non aveva emanato l'allerta o avremmo fatto il possibile per evitare quanto è accaduto», ma si trova costretto ad ammettere che «forse era proprio impossibile prevederlo». Con la Regione e la Provincia «abbiamo rafforzato la volontà di lavorare insieme e abbiamo trovato insieme la soluzione, credo definitiva, per la situazione del Seveso», il Comune «ha confermato gli investimenti per le opere necessarie». Per risarcire i cittadini, il Comune nei prossimi giorni farà la conta dei danni, anche tenendo conto della piena del Lambro e le sue conseguenza, e dovrebbe chiedere lo stato di calamità (e quindi fondi speciali) al governo. Va in scena anche un'accesa polemica del centrodestra. Il sindaco aveva convocato una conferenza stampa prima di intervenire in aula. I consiglieri di Fi e Lega per protesta «occupano» la sala e lanciano accuse alla giunta («avete dormito»).

Quando sindaco e Granelli (con giubbotto della protezione civile) si presentano in aula vengono accolti con canne da pesca, maschere da sub e striscioni: «Tre anni di governo, zero fondi per il Seveso».

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