Cronaca locale

Il futuro delle aree per Assolombarda Università, verde e multinazionali

«Per me Expo è un successo: genera 5,5 miliardi di euro di attività economica in più dal 2015 al 2018». I numeri dell'expottimismo sono del presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca. Arrivano dopo l'assemblea straordinaria dell'associazione, che ha segnato la fusione tra Milano e Lodi con Monza con la Brianza. Un accorpamento che vale il 12 per cento dell'intera Confindustria: 5.700 imprese, 320.000 addetti. Milano è al centro di un'area che nel raggio di 60 chilometri connette 8,5 milioni di persone e in cui si addensano il 25% del manifatturiero e il 25% dell'export del Paese.

Parte da questi numeri il progetto «Milano Steam», acronimo che vuol dire Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics. «La matrice di queste priorità congiunte - dice Rocca - può determinare tra i 13 e i 18 miliardi di valore aggiunto nel prossimo deccennio». Con un impatto considerevole anche sull'occupazione: l'attesa è di 100mila posti di lavoro in più. Secondo Rocca, la svolta è indispensabile, perché «per tirare fuori l'Italia dalle secche, Milano deve crescere almeno del 2 per cento». Obiettivo non facile perché «gli investimenti languono» e «manca fiducia nel futuro a lungo termine». Una critica anche alla politica del governo, «concentrata più sulle leggi che sul sostegno alle imprese».

La visione del futuro di Milano, legata a tecnologia, ricerca e creatività, ha un impatto anche sui progetti per il dopo Expo, punto di snodo del futuro. La proposta di Rocca, che punta su una partnership virtuosa tra pubblico e privato, è una «società di scopo» che, con Cassa depositi e prestiti, studi il problema, acquisisca il terreno e affronti le questioni che man mano si aprono. «Sta prendendo piede l'idea di fare dell'area un luogo in cui trasferire le facoltà scientifiche - dice il presidente di Assolombarda -. Mi sembra che questo progetto abbia il supporto del governo e possa contare sull'interessamento della Cassa depositi e prestiti». In questo modo, rimarrebbe disponibile un'ampia area verde e un'area consistente per il mercato. «Se fosse così - aggiunge il presidente di Assolombarda - l'area dell'Expo diventerebbe per gli investitori un luogo dove bisogna essere: la presenza di giovani brillanti e di attività economica attrae le multinazionali».

Tra le incognite da superare («cigni neri per le imprese») anche la cattiva gestione del fenomeno dell'immigrazione, che «può essere sabbia nel cilindro della ripresa».

Rocca lancia l'allarme: «Erasmus e Schengen sono minacciati e purtroppo il problema non è percepito con la stessa intensità nel resto d'Europa».

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