Cronaca locale

Galleria ormai nel caos ma il Comune tira dritto: "Solo gare pubbliche"

Nuove regole nonostante i ricorsi che hanno già bloccato le assegnazioni dei negozi

Galleria ormai nel caos ma il Comune tira dritto: "Solo gare pubbliche"

Scoppia l'ennesima polemica in Galleria. Nonostante i contenziosi e la guerra a colpi di ricorsi e sentenze - il Consiglio di stato dovrebbe pronunciarsi in autunno sulla vertenza del «Salotto» - Palazzo Marino tira dritto. È di ieri l'approvazione da parte della giunta, e non del consiglio comunale come era stato annunciato, delle linee di indirizzo per le concessioni d'uso. In vista della scadenza che cadrà nel 2020 di 26 contratti di locazione, sono state chiarite le metodologie di assegnazione degli spazi. Partendo comunque dalla volontà di proseguire con le gare pubbliche. Niente diritto di prelazione, regole molto rigide per le botteghe storiche e bandi di gara aperti a tutti. Una decisione che non piace ai piccoli gestori che accusano il Comune di riservare trattamenti diversi agli esercizi. E che non piace nemmeno all'opposizione di centrodestra, Forza Italia in testa.

«Bisogna tutelare di più i negozi storici evitando che rimangano solo marchi e ristoranti di lusso - attacca il capogruppo a Palazzo Marino Fabrizio De Pasquale - L'assessore al Demanio Roberto Tasca finora ha punito i piccoli che pagano regolarmente e garantiscono occupazione e lavoro, per favorire con rinnovi automatici i grandi marchi. Talvolta morosi e che cambiano sede da un giorno all'altro». Per Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Regione e consigliere comunale, «la tutela dei marchi storici e dell'identità del Salotto non può e non deve essere accantonata per mere logiche di business. Saremmo curiosi di sapere, per esempio, se anche brand internazionali dovranno sottostare a queste regole o se a loro verranno concessi rinnovi automatici».

Il Comune mette le mani avanti, riportando un parere dell'Anac che avrebbe ribadito come non possa esserci un diritto di prelazione per chi già occupa un negozio. «Il principio della gara ha confinato l'ipotesi del rinnovo automatico di una locazione soltanto se in presenza di motivazioni di interesse pubblico di livello superiore. Ciò è stato confermato anche da una sentenza del Consiglio di Stato», ricordano da Palazzo Marino. L'amministrazione «si riserva di seguire pur alla presenza di elementi sufficienti per individuare un valore identitario, storico e culturale degli esercizi commerciali, la procedura di gara e di poter esprimere il diniego al rinnovo alla luce di interessi che risultino superiori» si legge nella nota. Tali interessi sono identificati nella migliore valorizzazione del complesso immobiliare, accorpando piani terra a piani superiori, nella necessità di porre a carico del concessionario interventi di manutenzione significativi e nella modifica della categoria commerciale oggetto della concessione scaduta.

I gestori dei locali che chiedono il rinnovo del contratto sulla base della storicità dell'insegna in Galleria e del valore identitario, dovranno essere riconosciuti come Bottega storica, dovranno dimostrare di aver svolto negli stessi locali l'attività per almeno 50 anni, con la stessa insegna e la medesima merceologia e dimostrare che la presenza del negozio abbia contribuito alla promozione della vita culturale e artistica della Galleria.

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