Cronaca locale

Gang latine e centri sociali. Mecenate, allarme violenza

Il rogo di Natale? Solo l'ultimo episodio preoccupante Bande straniere e antagonisti rissosi dettano legge

Gang latine e centri sociali. Mecenate, allarme violenza

Giovani che bruciano tempo in maratone di birre che spesso sfociano in risse, oppure appiccano roghi agli alberi di Natale. Sono le bande di sudamericani e i rissosi associati dei centri sociali che popolano la zona di competenza del commissariato Mecenate, uno dei quattro più pericolosi della città secondo il capo della Polizia Franco Gabrielli.

Entrambi sono organizzati in gruppi e come tali agiscono, spesso forzando o violando le regole. Che ci sia la tendenza a esagerare in zone come piazza Ferrara lo dimostra il rogo avvenuto a San Silvestro dell'albero di Natale posizionato dal Municipio 4. Le immagini sono rimbalzate nel web grazie al video girato da alcuni passanti e si devono ancora chiarire i diretti responsabili. Ma è stata solo una triste nota natalizia che ha rimarcato la particolarità della zona. Gli esponenti locali del movimento antagonista sono tra i più violenti di Milano: in primavera furono loro a pestare alcuni militanti leghisti che si erano permessi di montare un gazebo nella loro zona. L'ultima di una poco gloriosa serie di imprese. Dall'altro lato ci sono i sudamericani. Hanno importato la voglia di comunità che spesso sfocia in adesione alle pandillas, gang criminali «dall'organizzazione quasi militare» puntualizzano gli ufficiali di Polizia. Latin King, MS13, Trebol, alcuni nomi ormai conosciuti anche in Italia. E dal commissariato Mecenate, che ha sgominato negli anni scorsi pezzi di questo nuovo fenomeno criminale: nel 2012 ci furono 25 arresti in un colpo di ragazzi tra i 16 e i 28 anni. Assalti a colpi di machete e violenze di ogni tipo sono il repertorio classico per tutte le sigle che si dividono parchi e vie. Ma era solo l'inizio: l'anno successivo arrestarono in una volta 75 persone e ne denunciarono a piede libero 112. Un'organizzazione criminale in piena regola con molti interessi e come base economica il commercio di droga con il Sud America: inserivano la merce nella pancia dei cani che, una volta arrivati a destinazione, venivano uccisi per essere svuotati. Pratiche macabre a cui si potrebbero aggiungere storie di pestaggi, violenze carnali e tanto altro.

Ma non sempre è necessario essere affiliati alle organizzazioni criminale per creare problemi con la comunità locale: proprio la tendenza a riunirsi in grandi gruppi nelle zone verdi della città, spesso per grigliate di ore, è uno delle questioni su cui sta lavorando l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, intenzionata a creare aree specifiche per le feste delle comunità sudamericane. Idea criticata da più parti: «Ci aveva provato De Corato anni fa - ricorda Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia - è finita molto male». Spesso non si griglia e basta, ma circolano alcol a fiumi e droga, rendendo di fatto inaccessibili intere parti dei quartieri come i giardinetti di via Nervesa. O la zona di Brenta e Corvetto, percepite come sotto assedio dai residenti: l'assembramento di centinaia di persone è un fatto molto inusuale in città. Inoltre l'abitudine al consumo di un numero molto elevato di birre per persona trasforma i parchi o i luoghi scelti per la festa in discariche a cielo aperto. Un problema sentito in tutta Milano e che ancora non sembra trovare una soluzione se non quella metereologica: con l'inverno parchi e giardini si sono svuotati, ma con il ritorno del caldo la situazione tornerà a essere quella. Come in via Nervesa, in teoria area verde signorile e a misura di bambino, è diventata la base di gruppi di giovani sudamericani che saltano la scuola proprio per fare festa.

E se la pressione della Polizia ne ha diradato la presenza diurna, appena cala il buio e i cancelli si chiudono loro li scavalcano vivendo la notte del parco nella corsa a chi si brucia per primo.

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