Cronaca locale

Gelmini boccia Sala: grave allearsi con Grillo farà retrocedere Milano

Scelta incoerente con le politiche della città Il candidato sindaco? Si cerca tra i civici»

Gelmini boccia Sala: grave allearsi con Grillo farà retrocedere Milano

Si è ufficialmente aperta la ricerca del candidato sindaco nel centrodestra per le comunali del 2020, e anche in fretta. Dopo l'annuncio dell'autocandidatura da parte del primo cittadino Beppe Sala dal palco del teatro Parenti a Linkiesta Festival, Lega e Forza Italia non si fanno cogliere impreparate e ragionano a voce alta sul possibile sfidante del manager prestato alla politica.

Così non è passata inosservata la «confessione» di Beppe Sala di domenica in cui rivelato di avere un dialogo aperto con Beppe Grillo. Prove di alleanza milanese stroncate sul nascere dalla capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini e consigliere comunale in città. «Osserviamo con preoccupazione questo dialogo tra Sala e Grillo, perché pensiamo che Milano non meriti questa alleanza che già a livello nazionale sta facendo moltissimi danni, essendo il Movimento 5 Stelle un movimento anti-impresa, anti-crescita, anti-sviluppo» osserva, non a caso, a margine della premiazione di 60 botteghe storiche milanesi. «Dispiace vedere che il pragmatico sindaco di Milano scelga come consulente per la green economy Beppe Grillo. Con buona pace del ruolo che Milano, con le sue utility, ha scelto per smaltire i rifiuti, con i termovalorizzatori. Il voto amministrativo si avvicina e la coerenza di Sala deve fare i conti con il sostegno di Grillo: la paura fa 90». Come già anticipato dalla Lega, in particolare dal commissario Bolognini, dopo il «no» secco di Salvini alla sfida milanese, si guarda a un profilo civico: «Ci sono tanti talenti che sono inascoltati in città». Anche Forza Italia sembra orientata verso un profilo del genere, forte anche dell'esempio di Gabriele Albertini e di Letizia Moratti.

«Abbiamo rappresentanti di partito che potrebbero svolgere quel ruolo - premette la capogruppo - ma anche la possibilità di attingere a un bacino molto ampio come quello della società civile. È accaduto anche in passato con sindaci eccellenti, non ci dispiacerebbe ripetere quel metodo». Il candidato verrà scelto, ha chiarito Gelmini, aprendosi alla città e condividendo i nomi «al tavolo della coalizione». E se nel Carroccio circolavano i nomi di Marco Giachetti, architetto e presidente della Fondazione Policlinico, dell'ex rettore della Statale Gianluca Vago, ora consigliere strategico del governatore Fontana, per l'ex ministro dell'Istruzione è ancora presto per fare dei nomi: «Non siamo ancora alla modalità di selezione ma all'individuazione di un percorso che vede il centrodestra aperto a civismo, terzo settore, associazionismo e mondo dell'università e dell'impresa». Vago? «Sicuramente è una persona di qualità, ma è presto per avanzare dei nomi anche perché non vorremmo bruciarli». Per quanto riguarda le tempistiche, invece: «Bisogna avere il tempo di fare una campagna elettorale adeguata. Non ci diamo una scadenza precisa, ma sicuramente entro gennaio-febbraio 2020».

Sarà una sfida complessa? Che voto darebbe a Sala sindaco? «Se dobbiamo valutare l'operato dell'amministrazione abbiamo un po' di tasse in più, una grande capacità di comunicare, ma nella sostanza i risultati non sono poi così significativi». Questa l'opinione della capogruppo di Fi, che affonda il colpo: «Sala aveva detto di avere l'ansia di dare risposte alle periferie ma non mi pare che tutto questo sia avvenuto. Governare Milano è un grande privilegio perché è una città che fa molto da sola. C'è un dinamismo straordinario a valle di Expo e con l'opportunità delle Olimpiadi, Milano è grande di per sé».

Boccia la ricandidatura di sala anche il capogruppo di Fi in Regione Gianluca Comazzi: «A giudicare dalle parole (tante) e dalle azioni (poche) del sindaco sembra quasi che per Sala amministrare la nostra città non sia altro che un piano di riserva, nel caso non riuscisse a imporsi come leader nazionale della sinistra.

Un atteggiamento che non fa ben sperare per il futuro».

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