Cronaca locale

Il Gerolamo riparte dai Colla e rispolvera il teatro milanese

A febbraio partirà la stagione di piazza Beccaria Tra i registi e i curatori Crivelli, Lubrano e Ruben Jais

Mimmo di Marzio

Il Teatro Gerolamo riapre il sipario dopo 30 anni ricalcando le stesse orme che ne decretarono la fama, vale a dire nel segno delle marionette, quelle con la emme maiuscola, della compagnia dei Colla. Del resto il teatro di piazza Beccaria, una bomboniera ottocentesca di 209 spettatori ribattezzata «la piccola Stcala», sembra nata apposta per ospitare grandi scene in miniatura. Ma non solo. Il direttore artistico Roberto Bianchin nominato dalla proprietà che ne ha curato il lungo restauro (l'immobiliare Sanitaria Ceschina) ha ribadito che il futuro del Gerolamo sarà fedele alla sua storia, e dunque aperto al varietà, «nel senso di arti varie». C'era qualche dubbio sulla possibilità che la stagione partisse subito, visto l'impasse tecnico-burocratico che aveva seguito l'inaugurazione dello scorso autunno ma, anzichè attendere ottobre, già da febbraio il sipario si alzerà. Si diceva dei Colla, che proprio su questo palcoscenico hanno scritto la loro storia. Ebbene, saranno proprio loro a metà febbraio a debuttare con uno spettacolo emblematico: «Il Matrimonio Segreto» che verrà portato in scena nel copione originale con le musiche di Domenico Cimarosa. Un debutto non casuale poichè si tratta dello stesso dramma giocoso che inaugurò la prima stagione del Teatro nel 1868 e che, nella riduzione e adattamento della compagnia Colla, vede il personaggio di Gerolamo nel ruolo del servitore. Ma non saranno i Colla gli unici testimonial del grande teatro marionettistico, e infatti dalla Lombardia si passerà alla Sicilia con l'Opera dei Pupi di Cuticchio che metteranno in scena «La pazzia di Orlando».

A proposito invece di «arti varie», la direzione artistica ha ribadito l'intenzione di mettere a disposizione il piccolo palcoscenico alla prosa e agli altri linguaggi, dalla danza alla musica. Fedele ad una tradizione legata alle opere in dialetto, il Gerolamo proverà a risollevare dall'oblio il teatro milanese affidandosi all'esperienza di Filippo Crivelli, regista e drammaturgo legato al leggendario titolo del «Milanin Milanon», che portò alla ribalta personaggi come Milly, laura Betti, Enzo Jannacci, e Tino Carraro. Il debutto al nuovo Gerolamo (ancora misterioso) è datato 23 febbraio, «ma il materiale da cui attingere - dice - è tantissimo; potrebbe essere Le madri galanti di Boito o, perchè no, Le bocche inutili di de Beauvoir». Si vedrà. Altra sorpresa sarà la presenza attiva del giornalista Antonio Lubrano, grande esperto di musica e spettacolo, che a giugno curerà lo spettacolo «Il buffo dell'opera», cantato e recitato su fatti e misfatti della lirica.

Per la danza è invece attesa a fine marzo l'etoile Luciana Savignano, mentre l'orchestra barocca della Verdi diretta da Ruben Jais proporrà in primavera, come promesso, un programma dedicato a Bach.

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