Cronaca locale

Giardini, statue e giochi d'acqua: ecco la Versailles dei milanesi

A pochi chilometri dal centro una delle «ville di delizia» più fastose della Lombardia. Ora riaperta al pubblico

Giardini, statue e giochi d'acqua: ecco la Versailles dei milanesi

Dici Villa Arconati e pensi subito al festival musicale che da anni riempie le serate estive dei milanesi. Pochi sanno invece che Villa Arconati è innanzitutto un piccolo capolavoro dell'architettura seicentesca, ribattezzata per maestosità e sfarzo dalle guide del grand tour la «piccola Versailles italiana». Frequentata negli anni da ospiti illustri come Carlo Goldoni e Antonio Canova, la villa offre uno degli esempi meglio conservati di giardino all'italiana, con giochi d'acqua costruiti seguendo gli studi del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci (ospitato per anni nella biblioteca dell'edificio e successivamente donato all'Ambrosiana di Milano) e un ampio parterre alla francese. E oggi, grazie al lavoro della Fondazione Augusto Rancilio, la villa è nuovamente aperta al pubblico.

Dopo i 30mila ospiti della passata stagione, da inizio mese la «villa di delizia» - conosciuta anche con il nome di castellazzo - ha riaperto le porte delle sue 70 stanze con diverse novità per i suoi visitatori: il giardino delle meraviglie è stato restaurato secondo il progetto storico e arricchito di nuove essenze arboree, mentre nell'ottocentesca biblioteca Busca sono stati ricollocati 700 volumi antichi. Quindi un nuovo percorso guidato consentirà per la prima volta di ammirare gli appartamenti da parata del piano nobile della villa. Percorso valorizzato dalle ritrovate fotografie storiche che mostrano alcuni ambienti ancora arredati nello splendore di inizio Novecento. Infine, per i più piccini, è nato il «Toc-toc lab», un laboratorio sensoriale per costruire attivamente la propria conoscenza del luogo in maniera semplice e divertente. E per immergersi completamente nelle atmosfere della villa, personaggi in costume d'epoca faranno rivivere lo splendore dei secoli d'oro della piccola Versailles lombarda, i cui giardini sono visitabili anche in carrozza (prossimo appuntamento il 12 giugno), come i nobili signori di un tempo. Da non perdere infine le statue classiche, le fontane e i diversi teatri sparsi tra il verde dedicati a Diana, Ercole, Andromeda e Pompeo Magno.

Edificata tra il 1600 e il 1700 all'interno del parco delle Groane, il legame tra la villa e il capoluogo lombardo è evidente, tanto che nei giorni più tersi dalla torretta del castellazzo si riesce a scorgere anche il Duomo di Milano. Villa Arconati è inoltre parte del sistema delle ville gentilizie lombarde (villegentilizielombarde.org) progetto della Regione Lombardia sostenuto dalla Fondazione Cariplo rivolto alla riscoperta e valorizzazione agli edifici storici dell'area pedemontana.

Durante la visita si potranno ammirare alcuni tra gli ambienti più rappresentativi quali la sala di Fetonte che i fratelli Galliari, scenografi dei grandi teatri europei, realizzarono per volontà di Giuseppe Antonio Arconati e la sala da ballo ricamata di stucchi e dorature a barocchetto lombardo. Una curiosità: la luce diurna penetra negli interni del castellazzo attraverso 365 finestre, una come i giorni dell'anno. Esemplificativi dello sfarzo che contraddistinse la villa sono gli appartamenti da parata: molto più che semplici camere da letto, questi ambienti, realizzati nell'ala sud-ovest (costruita per ultima rispetto all'intero complesso del palazzo) offrono ancora oggi al visitatore l'idea di grandeur che caratterizzò la villa nel tardo Settecento.

Tra questi spicca per eleganza e opulenza la stanza rosa che, con il retrostante studiolo turchino, è forse l'ambiente meglio conservato e più rappresentativo dell'ospitalità aristocratica degli Arconati nella loro deliziosa villa.

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