Cronaca locale

Dal Grande Buzzi al quartiere dei bambini Ecco l'ospedale «aperto»

La Fondazione e Pinacoteca di Brera offrono due biglietti per il museo e percorsi ad hoc

Marta Bravi

Dall'ospedale dei bambini al quartiere dei bambini. Un quartiere allegro, curioso, divertente, dove ogni scusa è buona per giocare. Dai vagoni della lilla, la metropolitana driverless attrezzati con volanti giocattolo, all'antenna davanti all'ospedale «scalata» dai dinosauri, sono alcune delle suggestioni legata all'idea, firmata Lina Sotis, di trasformare l'isolato stretto tra corso Sempione e Chinatown nel Quartiere dei bambini. Ad accompagnare il processo la Fondazione Buzzi per l'ospedale dei bambini, nata per sostenere e finanziare il nuovo nosocomio.

Il cantiere, come è noto, si è aperto dopo 11 anni di attesa, ad aprile. La realizzazione dell'edificio di 5 piani per oltre 10mila metri quadrati, che permetterà di raddoppiare i posti letto che passeranno dai 3 attuali di Pediatria d'urgenza a 10, dai 2 di Osservazione breve intensiva a 6, dai 6 della Terapia intensiva pediatrica a 12, due posti in più nell'area intensiva neonatale, e da 3 a 5 sale operatorie, con un parallelo aumento del 20 per cento del personale sanitario, è prevista in tre anni.

«Nel 2008 il governo stanziò 40 milioni per il Grande Buzzi: ora quel finanziamento non è sufficiente per costruire il nuovo padiglione e acquistare la strumentazione tecnico scientifica di cui necessita - spiega Ida Salvo, consigliere della Fondazione - per esempio: dalla risonanza magnetica a 1 tesla a quella a tre tesla, c'è una bella differenza. Quella differenza la facciamo noi». Ecco allora che la Fondazione Buzzi ha lanciato, contemporaneamente all'apertura del cantiere, una raccolta fondi: servono 10 milioni di euro in tre anni per rendere davvero unico l'ospedale, su modello anglosassone, «dove il bambino è davvero al centro di tutto». I colori, il divertimento, le occasioni per distrarsi dovranno essere dietro l'angolo.

Al Buzzi non ci si dimentica degli adulti: pensando ai neo genitori e ai parenti che arrivano da lontano per far curare il loro piccolo è stata pensata l'iniziativa «Nati nella cultura», frutto della collaborazione tra la Fondazione e la Pinacoteca di Brera. L'iniziativa dà la possibilità a tutte le neomamme e a tutti i neonati di ricevere uno speciale passaporto che conterrà due biglietti gratuiti per visitare la Pinacoteca. Per un anno il museo metterà a disposizione delle famiglie percorsi ad hoc con visite guidate e aree per l'allattamento. «Russoli riteneva che il museo fosse la fucina della nostra identità di cittadini e che dovesse occuparsi non dei singoli visitatori, ma dell'intera comunità. Nel solco di questa tradizione - spiega il direttore della Pinacoteca James Bradbourne - Brera dedica già programmi specifici per ipo e non vedenti, persone affette da Alzheimer, Parkinson, ma sta mettendo a punto anche strategie per sostenere caregiver e persone ricoverate negli hospice.

Perché la cultura e l'arte posso offrire un grande sollievo all'animo umano, oltre che un'occasione di crescita».

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