Cronaca locale

Guardie sui treni, la Regione «assume»

Domani Maroni incontra Renzi e se arriverà il no ai militari il Pirellone fara da sè: pagherà pattuglie di vigilantes

L'appuntamento è per domani a Roma con il premier Matteo Renzi che dopo le polemiche degli scorsi giorni ha accettato di rispondere alle richieste di un incontro fatte dal governatore Roberto Maroni che da ex ministro dell'Interno si è offerto di avanzare alcune proposte sul tema dell'immigrazione clandestina. Perché la regione ha considerato inaccettabile la situazione di una Stazione centrale invasa dai profughi proprio nei giorni in cui Milano sta facendo il suo sforzo maggiore per convincere i turisti a venire a Milano per vistare l'Expo e cercar di riempire alberghi e ristoranti che sembrano rimanere desolatamente ben lontani da quel tutto esaurito che in molti si sarebbero aspettati. Con immagini che hanno fatto il giro del mondo e di certo non una buona pubblicità alla proverbiale efficienza lombarda.

Ma l'occasione dell'incontro con Renzi sarà sfruttata da Maroni anche per affrontare lo spinoso tema della sicurezza sui treni dopo che una gang di latinos ha aggredito a colpi di machete il capotreno nella stazione di Villapizzone e un suo collega corso in aiuto e sono in aumento le denunce di episodi di violenza fatti dai passeggeri sulle tratte lombarde. Con la Regione pronta a mettere di tasca sua i soldi necessari a far salire i vigilantes privati sulle corse e nelle ore più a rischio se il prefetto Francesco Paolo Tronca e il governo non risponderanno alla richiesta avanzata da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia di far salire i militari sulle carrozze. «Se non avremo risposte - ha già detto Maroni - interverremo noi. Non è giusto lasciare i lavoratori in balia dei delinquenti». Annunciando di aver già pronto un Piano B elaborato con Ferrovie Nord. «Un sistema privato di controllo e vigilanza che finanzieremmo noi della Regione sostituendoci allo Stato». Un modo per anticipare i tempi della Lombardia Regione autonoma perché «lo statuto della Sicilia - ha spiegato - prevede che il presidente della Regione sia responsabile per la sicurezza e l'ordine pubblico. Per cui se ci dovremo sostituire allo Stato per garantire la sicurezza sui treni, sarà un po' come avere un anticipo sull'autonomia speciale». Un piano messo a punto dall'assessore ai trasporti Alessandro Sorte e che per cominciare ha già visto una maggiore presenza sui treni della vigilanza privata che già costa 5 milioni di euro. Pattuglie non solo nelle ore notturne, ma già dal tardo pomeriggio.

E ieri, dopo averla a lungo negata, anche la sinistra sembra essersi accorta dell'emergenza sicurezza. E così è stata approvata all'unanimità la mozione presentata dal leghista Fabio Rolfi per chiedere di poter tenere i 2mila agenti di polizia arrivati come rinforzo per Expo «riequilibrando il rapporto tra numero di agenti e abitanti». Soddisfatta l'assessore Bordonali. «Pur non avendo competenze dirette, la Regione anche in occasione di Expo ha voluto collaborare per garantire la sicurezza. Abbiamo svolto un ruolo importante, lavorando con la prefettura per elaborare un sistema informatico in grado di monitorare in tempo reale tutte le emergenze». Ma il capogruppo fdi Riccardo De Corato si chiede «perché la Lega non abbia chiesto che a fermarsi non siano solo le forze dell'ordine, ma anche i 1.

300 militari arrivati per l'Expo».

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