Cronaca locale

Horowitz, McFerrin e Stratos Quando si fa «Musica» col clic

A Palazzo Reale la mostra dei fotografi Lelli e Masotti Una vita di scatti che raccontano geni, generi e «live»

Luca Pavanel

«Musiche», una parola che vuol dire un mondo. Non solo da ascoltare ma anche da vedere. Contemplare immaginando le note, le arie, gli assoli. A proposito di pianeti «musicali» da esplorare, benvenuti in quello dei fotografi Lelli e Masotti. Silvia e Roberto, i loro nomi, uniti nella vita: hanno condiviso e condividono con intensità l'esistenza e l'obiettivo (ognuno ha il suo ovviamente, e ci tiene, ndr). Famosi per l'enorme lavoro che hanno fatto per la Scala, e continuano. Non c'è palcoscenico, genere e star che non abbiano conosciuto, ben inteso nell'ambito della musica d'arte e di ricerca. Una curiosità che dà le vertigini: l'archivio che via via hanno arricchito, oggi conta 400mila immagini. Una mole di scatti che da anni alimenta le loro mostre, le più diverse, a tema, originali. Per chi volesse «incontrarli», ecco la loro opera, ancora per qualche giorno (fino a domenica 23 giugno), in esposizione a Palazzo Reale. Centodieci immagini in bianco e nero accompagnate da una creazione video costruita a partire dalle fotografie esposte e da alcuni materiali provenienti dall'archivio degli artisti. «Non più musica alta e bassa spiegano Lelli e Masotti seria o leggera o pesante, ma compresenza attiva di esperienze differenti nel paesaggio musicale che vive attorno a noi. Non c'è volontà di catalogazione, di elenco, di tassonomia; c'è una serie che si compone e si scompone, un percorso personale ed evocativo che ricorda momenti inesorabilmente fissati». E aggiunge il curatore della mostra Marco Pierini: «È perché sono contemporaneamente osservatori e ascoltatori che Silvia Lelli e Roberto Masotti vivono immersivamente la condizione spazio-temporale della musica dal vivo e la restituiscono in immagini che agiscono in noi come catalizzatori di una memoria collettiva che trasforma accadimenti personali, intimi, in sentimenti condivisi e universali». Di seguito un breve tour da vedere, a capire alcuni «clic» del percorso.

In prima fila, tra gli immortalati, ecco il super italico pianista Maurizio Pollini. E sempre a proposito dei grandi interpreti della tastiera, Wladimir Horowitz che, a fine concerto, «sbandiera» un mazzo di fiori a lui donato. Chi cerca volti conosciuti della direzione d'orchestra trova un Riccardo Muti al Piermarini, immortalato dagli obiettivi nel 1985. Altre fotografie, altri generi: per il jazz in «duo» Darryl Hall insieme a Miles Davis; per la ricerca e la sperimentazione un violoncellista bendato del Repertorio Zero al festival MiTo presso l'Hangar Bicocca; infine tra gli esempi rock il super cantante degli Area Demetrio Stratos. Insomma ce n'è per tutti.

Una sola raccomandazione a questo punto: sono gli ultimi giorni, questa «Musica» non si può mancare.

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