Cronaca locale

I prof di sostegno lombardi? In Campania

Nella regione mancano 926 docenti, al Sud sono 887 in esubero

I prof di sostegno lombardi? In Campania

L'insegnamento di sostegno è una voragine che inghiotte docenti. Guai però definirlo il solito buco all'italiana. Perché i docenti ci sono. Se non in numero ottimale, almeno in quantità sufficiente per soddisfare le necessità delle varie regioni. In buona sostanza, i prof di aiuto agli alunni con qualche handicap sono distribuiti male. Malissimo. In alcune zone sono largamente in sovrappiù, in altre sono numericamente di gran lunga inferiori. L'allarme viene da un dossier di Tuttoscuola, l'osservatorio web sullo stato di salute della qualità scolastica in Italia. Ebbene, uno studio in materia sottolinea come la legge non sia stata applicata e la distribuzione di insegnanti sul suolo nazionale sia stata fatta a caso o, peggio che mai, con criteri molto lontani da quelli stabiliti dalla legge. Così le regioni che disponevano di percentuali più alte e avrebbero dovuto cedere le forze in eccesso a chi stava sotto la media, hanno in realtà mantenuto le loro posizioni di vantaggio. Eppure il saldo si bilancia quasi perfettamente. Le regioni con insegnanti in eccesso pareggiano perfettamente il gap di quelle con il segno meno. 2.406 contro 2405. In questa particolare graduatoria, la Lombardia fa la parte del leone al contrario. È sotto organico di 926 unità, mentre la Campania può annoverare nei suoi confini 887 docenti in esubero.

Non c'è spirito di razzismo interregionale in tutto questo, ma la dimostrazione di una distribuzione che fa acqua da tutte le parti. D'altronde anche altre regioni si trovano nelle stesse condizioni. Il Lazio avrebbe bisogno di 642 prof mentre la Sicilia ne ha 621 in eccesso. Carenze anche in Veneto (280 insegnanti), Emilia Romagna (185), Marche (136), Toscana (87), Umbria (54), Molise (49), Piemonte (35) e Abruzzo (11) che si compensano con sovrannumeri in Puglia (322), Calabria (225), Sardegna (190), Basilicata (122), Friuli venezia Giulia (28), Liguria (12). Come si vede, non si tratta di una questione Nord-Sud ma di una legge travisata che non accontenta nessuno. E, di fatto, scontenta tutti. Al Pirellone, l'assessore regionale Valentina Aprea si è già fatta portatrice di una richiesta di uguaglianza che non discrimini ma soddisfi le aspettative colmando le lacune. «La legge - dice la Aprea - ha previsto che da questo anno scolastico il riparto dei posti di sostegno debba essere assicurato equamente a livello regionale, in modo da determinare una situazione dei posti di organico di diritto percentualmente uguale nelle regioni.

Si mantengono invece sperequazioni territoriali nonostante il rapporto alunni-insegnanti di sostegno sia basso in quasi tutte le regioni del sud e alto in Lombardia che ha il numero di alunni disabili iscritti fra i più alti d'Italia». A questo proposito la titolare del dicastero regionale si è rivolta al ministro della pubblica istruzione, Stefania Giannini, chiedendole di «porre rimedio a questa situazione che danneggia le famiglie e gli studenti diversamente abili della Lombardia». Allo stesso tempo ha domandato alla direttrice regionale della Lombardia «di impegnarsi nella concessione di nuovi posti in deroga». Il problema è sentito ed è tutt'altro che discriminatorio tra Mezzogiorno e Settentrione. Soprattutto è bipartisan.

Esponenti di vari gruppi politici di diversi orientamenti vogliono il rispetto della perequazione.

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