Cronaca locale

I profughi al Palasharp e Sala nella bufera: «Stop ai clandestini»

Da ieri cinquanta migranti a Lampugnano Regione: «Sui clandestini il sindaco sbaglia»

Paola Fucilieri

«Dieci giorni, forse nemmeno. Nove...». L'assessore alle Politiche Sociali di Palazzo Marino Pierfrancesco Majorino parla di soluzione «stra-provvisoria» per i circa 50 profughi che da ieri sera hanno dormito al Palasharp di Lampugnano (ma continueranno a mangiare all'hub di via Sammartini).

«Perlopiù si tratta di eritrei. Dormiranno nel tendone degli islamici. Lo abbiamo già fatto, lo abbiamo già usato diverse volte il Palasharp - precisa Majorino - ma qui il punto vero è il coinvolgimento dell'area metropolitana: stiamo chiedendo al prefetto di Milano, Alessandro Marangoni, che i Comuni dell'area siano molto più responsabilizzati in modo tale che ciascuno faccia la sua parte, anche oltre i confini della città».

La conferenza Stato-Regione del luglio 2014 ha stabilito i fondi di solidarietà e previsto che, comunque vada, dei profughi sbarcati in Italia, la regione Lombardia si prenda il 14 per cento. In effetti, però, Majorino punta il dito contro un problema reale: su 134 comuni dell'area metropolitana solo 40 sono interessati all'accoglienza e in misura non uniforme. Finora nei Centri di accoglienza straordinari (Cas) sotto la Madonnina sono ospitati 3.200 profughi, mentre altri 1500 sono in provincia tra il campo di Bresso (che da solo dà posto a 600), Magenta e San Zenone al Lambro. I tanti, troppi, che gravitano sulla città in palese affanno, s'insinuano nelle sue pieghe, hanno capito che qui, in un modo o nell'altro, troveranno un conforto, non necessariamente a breve termine. Perché questa Milano-calamita ormai non è più un luogo di transito - sia per la sua rete di solidarietà e aiuto che per un nodo ferroviario dal quale si può raggiungere Lione, Ventimiglia, il Brennero tentando la sorte anche più volte - ma di stanzialità.

E in relazione alla lettera pubblicata ieri in prima pagina su Repubblica, il presidente della Regione Roberto Maroni, a margine della conferenza stampa dopo giunta, è sbottato: «Benvenuto a Beppe Sala che critica il Governo sulle misure sbagliate per l'immigrazione! Non mi è piaciuto il continuo riferimento a Io sono di sinistra. Non c'è sinistra e destra su questo tema. Non è vero che il centrosinistra fa accoglienza e il centrodestra no, è il contrario semmai».

«Da tempo abbiamo un'alternativa efficace per risolvere il problema dell'immigrazione di massa - interviene l'assessore regionale leghista alla Sicurezza e all'immigrazione Simona Bordonali -. Lombardia, Liguria e Veneto hanno presentato un documento unitario al presidente del Consiglio Matteo Renzi, chiedendo la dichiarazione dello stato di emergenza per inquadrare correttamente il fenomeno, il blocco dei flussi alla partenza con la creazione di centri di prima accoglienza nei paesi del Nord Africa e la promozione di accordi bilaterali per i rimpatri».

«Sala sbaglia quando chiede un patto nazionale per l'accoglienza - conclude Bordonali -. Il problema va risolto all'origine: l'Italia deve accogliere solo i pochissimi profughi e rimpatriare tutti i clandestini che manteniamo in hotel o che affollano le stazioni di Milano e Como: le commissioni hanno respinto con formula piena ben il 64% delle richieste d'asilo analizzate da gennaio ad agosto, ben 38.329 su 60.021.

Senza parlare delle decine di migliaia di irregolari che arrivano in Italia senza nemmeno presentare richiesta d'asilo».

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