Cronaca locale

Insulti urlati agli agenti e uno schiaffo 5 condanne

Cristina Bassi

Uno schiaffo a un carabiniere, frasi urlate al megafono rivolte alla forze dell'ordine come: «Siamo tutti contro di voi merde, andate a fare il vostro sporco lavoro da un'altra parte». Sette giovani riconducibili a gruppi antagonisti e a comitati anti sfratto (cinque italiani e due stranieri) sono finiti a processo per i disordini scoppiati durante lo sgombero di una casa Aler occupata avvenuto l'11 gennaio 2017. La Decima sezione penale, presieduta da Antonella Bertoja, tre giorni fa ha inflitto cinque condanne che vanno dagli 11 mesi ai tre anni di reclusione sulla base delle accuse formulate dal pm Piero Basilone e delle indagini condotte dalla Digos.

I giovani erano accusati, a vario titolo, di resistenza a pubblico ufficiale aggravata e oltraggio a pubblico ufficiale. Tre di loro, che rispondevano anche di aver preso la parola in una manifestazione non autorizzata, sono stati assolti per questo capo di imputazione. La casa del quartiere Barona era stata occupata abusivamente dagli autonomi alcuni mesi prima. Un primo sgombero dell'alloggio Aler era fallito a fine novembre 2016 e l'intervento era stato riprogrammato per il gennaio successivo. L'11 un gruppo di una quindicina di persone aveva cercato di impedire l'ingresso di polizia e carabinieri bloccando la porta con sacchi di immondizia. Agli imputati è attribuita la manifestazione di protesta, con «atti di violenza e minaccia» consistiti nello strattonare, «spingere con violenza e lanciare oggetti vari (tra cui una bottiglietta di acqua in plastica e un sacco dell'immondizia, ndr) contro il personale della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri». Poi le offese al megafono ad agenti a militari, con insulti come «merde». Uno degli imputati è accusato di aver colpito «con uno schiaffo un carabiniere, al fine di farlo allontanare e di opporsi allo stesso».

Per ostacolare l'intervento delle forze dell'ordine era inoltre stata creata «una barriera in strada con dei sacchi di spazzatura presi dai bidoni» e gli autonomi si erano «contrapposti fisicamente, disponendosi tutti insieme in gruppo compatto», agli agenti.

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