Cronaca locale

Invece che alle zanzare pensate a riparare le strade

Le scelte ideologiche che puntano al superfluo e non risolvono i problemi veri della città

Se fino ad oggi, abilmente zigzagando fra le tante interdizioni politicamente corrette, siete riusciti ad evitare le infamanti accuse di omofobia o di islamofobia, non rilassatevi. Ora rischiate di incappare in un nuovo grave peccato, in una imperdonabile scorrettezza politica stavolta di tipo ambientale: l'entomofobia, cioè l'ostilità verso gli insetti. Sì, perché il Consiglio comunale si appresta a varare il nuovo e molto innovativo regolamento del verde pubblico e privato. Regolamento severissimo che tra l'altro prevede una multa da 150 euro a chi «cattura o molesta animali selvatici, insetti compresi», cioè zoofobi ed entomofobi, appunto. È l'ultima trovata dell'immaginifico assessore Chiara Bisconti. Quindi se siete al parco, attenti a non allontanare in malo modo il piccione che si avvicina troppo; o anche nel vostro giardino guardatevi bene dallo schiacciare la zanzara che vi si è posata sul braccio per fare uno spuntino; o al bar, di scacciare la mosca che ronza intorno al vostro panino. Evitate questi gesti inconsulti, perché se nei paraggi c'è un ghisa – eventualità francamente improbabile – rischiate una sberla paragonabile a quella affibbiata alle centinaia di migliaia di milanesi che, distratti, percorrono il cavalcavia del Ghisallo alla folle velocità di 80 chilometri all'ora anziché ai prescritti 70. E occhio anche alla potatura: altri 150 euro di multa se la infliggete a certe particolari piante “nel periodo riproduttivo e di nidificazione degli uccelli autoctoni e migratori”, o se potandolo modificate la chioma del vostro ulivo. E via prescrivendo, vietando, multando, delirando. D'altra parte siamo nella Repubblica delle leggi astruse complicate e spesso inutili: perché i regolamenti comunali non dovrebbero adeguarsi? E se pensare che queste cervellotiche norme e sanzioni siano dettate dal desiderio di fare cassa, del quale questa amministrazione non riesce a liberarsi, forse non siete completamente nel vero, perché la motivazione profonda di questo grottesco regolamento sta in quel pan-ambientalismo maniacale che è una delle principali componenti ideologiche di questa maggioranza verde-arancione, la cui più evidente manifestazione sta nella ossessiva lotta all'automobile. Una eco-fissazione che, per di più, dà a Palazzo Marino la possibilità di evitare problemi concreti, come la sistemazione delle strade dissestate e piene di buche, dei marciapiedi – quelli di Milano sono bruttissimi, sporchi e pericolosi, anche in centro –, di mettere finalmente ordine nell'anarchico e degradato sistema dei mercati rionali ormai completamente fuori controllo e altre quisquilie del genere. Forse troppo legate alla quotidianità perché una maggioranza che vuole «volare alto» possa occuparsene. Perciò Pisapia e compagni trovano sia più opportuno impegnarsi in iniziative molto più importanti e incisive, come, ad esempio, fornire pasti vegetariani e vegani agli homeless - che non sappiamo quanto li apprezzeranno – o come promuovere il rispetto delle quote rosa anche nel Famedio del Cimitero monumentale, cioè per le pari opportunità dell'oltretomba.

Ma c'è da capirli, se le giunte precedenti hanno avuto la possibilità di cambiare l'assetto urbanistico della città, di potenziare il sistema dei trasporti, e delle telecomunicazioni, di portare a Milano un evento mondiale come Expo, a loro non resta che occuparsi dell'incolumità degli insetti.

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