Cronaca locale

«Io ho rifiutato i voti della malavita, la proposta mi arrivò da un medico»

«Io ho rifiutato i voti della malavita, la proposta mi arrivò da un medico»

Marco Tizzoni, candidato per la lista civica «Gente di Rho» alle ultime elezioni comunali di Rho, è l'uomo che ha rifiutato i soldi delle cosche. Leva '68, ammette che la mossa più «scomoda» della sua carriera politica riguarda tutt'altro e cioè la lotta contro il centro commerciale nell'area dell'ex Alfa Romeo.
Tizzoni, nel 2011 fu avvicinato dalla 'ndrangheta?
«Lo scopro ora. Fui avvicinato da un chirurgo, Marco Scalambra (ndr, arrestato ieri) che ballava latino americano assieme a una candidata della mia lista. Una brava ragazza, siamo amici da sempre».
Cosa le propose?
«Venne a un paio di riunioni e, quando la mia lista andò al ballottaggio con la cordata del Pd, mi fece l'avance. Mi propose un incontro con altre persone che mi potevano garantire un pacchetto sicuro di voti in cambio di qualche favore».
E lei cosa fece?
«Io rifiutai. Il medico ballerino mi mandò anche un sms per chiedermi “Cosa facciamo?“ ma declinai la proposta».
Come mai non denunciò l'accaduto? Per paura?
«No, non per paura. Non mi ero nemmeno reso conto che si trattasse della 'ndrangheta».
Chi pensava fosse?
«Pensavo piuttosto a qualche grossa famiglia di Rho, a qualche condominio, ma non averi mai detto altro. Fino a pochi giorni prima di quell'incontro nessuno pensava andassi al ballottaggio».
Nessun sospetto di giri poco leciti magari legati ad Expo?
«A pelle ho avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di losco, ma mai avrei pensato che la 'ndrangheta avesse il volto di un medico. Avevo solo la sensazione che fosse una trappola. Me ne sono tirato fuori e non ci ho più pensato».
Ha più rivisto quell'uomo?
«No, solo il giorno delle elezioni. Poi è sparito».
Qualcun altro a Rho ha ricevuto la proposta di voti in cambio di favori?
«Non lo so».
Lei ha perso la poltrona di sindaco per meno di 300 voti. Si è mai pentito di non aver accettato quella proposta?
«Assolutamente no. Io sono uno che vive del suo lavoro e che crede nella politica».
Un duro e puro?
«Sì, mi sposerò a maggio e lo farò con la coscienza pulita».
Non ha nemmeno tessere di partito nel portafogli, vero?
«No, mi chiamano “il leghista“ perché ho portato avanti qualche battaglia con Fabrizio Cecchetti, che ora è presidente del consiglio regionale. Il «Cecco» è originario di Rho. Sono stato nel Pdl ma ne sono uscito due anni e mezzo fa».


Conosce l'assessore Zambetti?
«L'ho visto una volta sola qui a Rho per un'iniziativa territoriale».

Commenti