Cronaca locale

"Io, matematico libero recito la scienza come ai tempi di Ulisse"

Piergiorgio Odifreddi mette in scena una serata scientifica omaggio alla cultura greca

"Io, matematico libero recito la scienza come ai tempi di Ulisse"

«Negli Stati Uniti la maggioranza della popolazione crede che la Terra sia stata creata seimila anni fa. E un numero impressionante di persone è convinto che il nostro pianeta sia piatto. Qui da noi, con il successo dei pentastellati di Beppe Grillo, a mio parere anche pessimo comico, le bufale antiscientifiche, dalle scie chimiche al rifiuto dei vaccini, stanno prendendo piede».

Piergiorgio Odifreddi, matematico e logico, non nasconde lo sconforto per l'andamento del mondo attuale. Anche per questo sta girando i teatri con una serata matematica, seria ma non seriosa, dal titolo Sul cammello e all'ombra del bastone. La lezione-spettacolo (un progetto di Sergio Maifredi e Odifreddi, produzione Teatro Pubblico Ligure in collaborazione con Corvino Produzioni) arriva al Carcano stasera, alle ore 20.30. «Tutto è nato da alcune letture pubbliche dell'Odissea, in Liguria e nel mio Piemonte, nelle quali mi coinvolse Maifredi. Affrontai il canto dodicesimo, dove Ulisse arriva in Trinacria, ovvero la Sicilia, e i suoi compagni uccidono i buoi che trainano il Sole, per cibarsene. Mi venne in mente che si poteva parlare dei Greci in relazione alle loro osservazioni scientifiche», dice Odifreddi.

Nel terzo secolo avanti Cristo, il greco Eratostene calcolò la circonferenza della Terra sbagliando di poche centinaia di chilometri. Per farlo si servì del tempo che impiega un cammello a percorrere il cammino tra due città e dell'ombra proiettata a terra da un bastone. Ipparco, nel secondo secolo prima dell'era cristiana, aveva addirittura immaginato, studiando le maree, che l'Atlantico potesse ospitare un altro continente: l'America. «Una sapienza poi oscurata per quasi un millennio, quando si diffuse la religione cristiana. Per fortuna gli arabi tennero una finestra aperta sul mondo antico», commenta Odifreddi, che non ha mai fatto sconti alle fedi religiose.

Ateo convinto («mi chiamano papa dell'ateismo, ma l'ateismo non è una fede, non ha bisogno di papi, vuol semplicemente dire pensiero libero»), Odifreddi ebbe, nel 2013, la soddisfazione di farsi rispondere direttamente dal pontefice Benedetto XVI, con il quale discusse di temi teologici. «Una grande emozione. In fondo, scienza e religioni si pongono le domande ultime. Ho incontrato anche il Dalai Lama e altri leader di fedi diverse da quella cristiana e cattolica», dice Odifreddi.

Che ha dedicato il suo nuovo libro, Il dio della logica (Longanesi), alla storia di Kurt Gödel, matematico e filosofo che Albert Einstein, a Princeton, cercava per illuminanti conversazioni.

«Dio non gioca a dadi con l'Universo», diceva Einstein, per sottolineare che ci sono formule per ogni fenomeno osservabile o immaginabile. Il mondo non è disordine, si creda o meno alla regia di un essere Supremo.

Lo sapeva anche Eratostene, che viveva in una cultura popolata di dèi olimpici capricciosi e, direbbe il filosofo della «morte di Dio» Friedrich Nietzsche, umani, fin troppo umani.

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