Cronaca locale

Islam, arriva la legge leghista: un'anti-moschee "alla lombarda"

Presentati tre disegni: su imam, finanziamenti e luoghi di culto Poteri decisivi alle Regioni. Previsti anche referendum locali

Islam, arriva la legge leghista: un'anti-moschee "alla lombarda"

Il piano leghista è depositato in Parlamento e ai primi di gennaio sarà all'ordine del giorno. Tre i disegni di legge presentati: uno sugli imam, uno sui luoghi di culto, il terzo sui finanziamenti delle moschee.

Sui primi due c'è la firma di Massimiliano Romeo. L'attuale capogruppo al Senato fino a marzo è stato capogruppo in Consiglio regionale, e al Pirellone ha concepito la cosiddetta «legge anti-moschee», cioè la legge urbanistica che ha fissato paletti molto stretti per l'apertura di nuovi di culto.

Il testo del disegno di legge con primo firmatario Romeo è composto da sei articoli. Il primo prevede una distinzioni fra le religioni che hanno sottoscritto intese con lo Stato italiano e religioni che ne sono prive. Questa distinzione serve a evitare una delle critiche spesso rivolte alla soluzione lombarda: il fatto che renda le cose più difficili per tutti i culti, compresi quelli cristiani. Per le religioni prive di intese, come quella musulmana, il testo prevede che la potestà di autorizzare la realizzazione di nuovi edifici destinati a funzioni di culto spetti alle Regioni.

Chi vorrà aprire un nuovo luogo di culto dovrà farsi avanti indicando l'elenco dei finanziatori. Ed entro sei mesi dalla entrata in vigore della legge si prevede che le Regioni redigano un piano di insediamento degli edifici dedicati ai culti ammessi, un piano che tenga conto anche del «reale numero di immigrati regolari legalmente residenti sul proprio territorio».

Prevista anche, e questo è un punto dirimente, «l'approvazione di tali insediamenti, mediante referendum, da parte della popolazione del Comune interessato». Il terzo articolo prevede un elenco di prescrizioni di natura urbanistico-edilizia alle quali le Regioni dovranno attenersi. Citato anche il «principio di reciprocità troppo disatteso».

L'articolo 6 prevede una norma transitoria, che stabilisce come gli edifici già esistenti si debbano adeguare entro tre anni alle nuove disposizioni e che, nel caso in cui tale adeguamento non sia possibile, si possa adottare una «apposita autorizzazione regionale di carattere transitorio». Complessivamente il testo è severo ma equilibrato. Letto insieme agli altri due disegni configura un vero e proprio giro di vite sulla materia, con l'obiettivo di stroncare il rischio di infiltrazioni e il pericolo-integralismo, che in effetti prolifera anche grazie alle prediche ispirate all'odio e a fondi poco trasparenti in arrivo da Paesi o da organizzazioni islamiste. Della necessaria trasparenza si occupa l'altra proposta, depositata alla Camera da Guido Guidesi, introducendo l'obbligo di pubblicare i bilanci e vietando fondi esteri. Il testo dedicato alla figura dell'imam, anch'esso depositato con primo firmatario Romeo, introduce una dichiarazione che impone ai ministri del culto - pena sanzioni che arrivano fino alla reclusione, all'espulsione per gli stranieri e alla multa - di «sottoscrivere una dichiarazione», con cui l'imam si impegna a rifiutare interpretazioni dei precetti religiosi che siano in contrasto con la legge, o con la Costituzione, o con i diritti fondamentali della persona.

Indicata espressamente la necessità di una «condanna di tutte le pratiche lesive della dignità della persona umana, e in particolare della cosiddetta infibulazione».

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