Cronaca locale

JazzMi, suoni d'America avvolgono la città

La kermesse musicale dal 4 al 25 novembre tra i big di ieri e i talenti di domani

Luca Testoni

Milano e il jazz, una liaison che viene da molto lontano. Con tante storie e altrettante eccellenze succedutesi in epoche differenti. È sufficiente pensare ai grandi concerti in scena al Teatro dell'Arte o all'attività di club come il Taverna Messicana o il Capolinea; al Derby o al Santa Tecla; alle Scimmie, al Blue Note o ad esperienze festivaliere come «Aperitivo in Concerto» da decenni al Manzoni. A ribadire il felice connubio Milano-jazz, ecco il festival «JazzMi» che, riproponendo il format vincente di «PianoCity» e di «BookCity», ci riserva una decina di giorni, dal 4 al 25 novembre, di evento diffuso a suon rigorosamente jazz.

I numeri della prima edizione della kermesse ideata e prodotta dal Teatro dell'Arte, Ponderosa Music&Art in collaborazione con il Blue Note sono di tutto rispetto: 320 artisti, 80 concerti, 120 tra mostre, incontri, workshop, rassegne e molto altro coinvolgendo sale concerti e scuole di musica, ma anche locali come il Magnolia o il Santeria Social Club che con il jazz sembrerebbero non avere nulla a che spartire e location inedite come il Belvedere Jannacci sul Pirellone, la Pinacoteca di Brera, il Mudec e Palazzo Litta e librerie come Gogol e Verso.

Il programma (info: jazzmi.it) è volutamente sbilanciato verso gli States e prova a mettere assieme vecchio e nuovo che avanza. In altre parole: una leggenda del contrabbasso come Ron Carter (il 4 novembre al Teatro dell'Arte a 2 anni di distanza dall'esibizione nel quintetto di Miles Davis) e lo spettacolare vocalist Gregory Porter (il 15 al Nazionale); il trio del contrabbassista Christian McBride assieme al sassofonista David Sanborn (quattro show tra il 4 e il 5 al Blue Note), Dave Holland (il 5 al Teatro dell'Arte con l'Aziza Quartet) e il chitarrista John Scofield (il 9 al Teatro dell'Arte) e prodigi del jazz 2.0 come il tastierista Robert Glasper e i trombettisti Jeremy Pelt (il 13 al Blue Note) e Christian Scott (il 5 al Teatro dell'Arte).

Tuttavia, l'offerta sarà davvero ricca grazie a tanti nomi intriganti: Richard Galliano (il 6 al Dal Verme) e i «nostri» Fresu e Rava (il primo il 12 al Conservatorio; il secondo il 13 al Teatro dell'Arte), Dee Dee Bridgewater (l'11 al Dal Verme).

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