Lady Podcast ci sveglia con «Buongiorno Londra»

Ronchi per «Forbes» è tra le 100 donne italiane di successo Il suo «pensiero in azione» spopola su Spotify e Spreaker

Paola Fucilieri

Sul numero di luglio di Forbes Italia - dedicato al meglio dell'Italia al femminile nel 2019 - Manuela Ronchi è indicata tra le 100 donne italiane di successo. Cinquantatré anni, nata a Pallanza, nel Verbanese, ma milanese dai tempi dell'università, Ronchi è amministratore delegato di Action Agency e di Action Media Ltd, e co founder e ceo di Dema 4 società di marketing sportivo (società di Marketing Sportivo fondata con Demetrio Albertini, bandiera del grande Milan e della nazionale vice campione del mondo a Usa 94) con sede al «Boga Space» di via Seprio 2, società ai primi posti in Europa nel campo della comunicazione più innovativa. Biondissima, piena di vita e di passione per il proprio lavoro, ma anche moglie e madre felice, Manuela accoglie il riconoscimento di Forbes con l'incredulità e la modestia di chi ha sempre lavorato «a testa bassa», facendo propria la filosofia di uno degli uomini che le hanno cambiato la vita sul fronte professionale ma soprattutto umano. E sul quale, dopo aver fatto da manager a lui e alla sua squadra, insieme al giornalista Gianfranco Josti, Ronchi ha scritto un libro che nel 2005 vinse la 42esima edizione del premio Bancarella Sport: Un uomo in fuga - la vera storia di Marco Pantani (edizioni Rizzoli).

Si dice che Pantani si fidasse solo di lei...Mica male in un ambiente, come quello del ciclismo, fatto di soli uomini.

«Ricorderò sempre una frase di un vostro giornalista-poeta che seguiva il ciclismo ed è rimasto nel cuore di tutti: Titta Pasinetti. Scrisse: Quando Pantani scatta in salita è solo silenzio. Quel periodo m'insegnò veramente tanto, non dimenticherò mai la dignità di Marco. Ripeteva di avermi scelta come punto di riferimento morale: dopo quello che gli era accaduto aveva bisogno di un ancoraggio».

Ci parli del podcast, la sua ultima avventura ingaggiata con Raffaele Tovazzi

«Il podcast è un contenuto audio fruibile su internet. Lo considero il media dell'immediato futuro perché riporta la voce, che è il primo senso sviluppato nella pancia della mamma, al centro della comunicazione, una vera e propria medicina in quest'epoca nella quale avere tempo è diventato un lusso. Veniamo infatti bombardati da una marea di informazioni con una modalità da overdose che ci fa incamerare in maniera violenta una serie di concetti senza poi avere il tempo di metterli in pratica giorno per giorno. E questo che ci fa sentire frustrati».

Come ci aiuta il podcast?

«Ci dà la possibilità on demand di andare a cercare quei contenuti che, anche attraverso il giusto minutaggio, possano essere incamerati dal nostro cervello in modo da indurlo a immagazzinare informazioni nei momenti in cui stiamo facendo altro: andando a correre, ad esempio, invece di sentire musica, ascolto argomenti di mio interesse. Questo genera azioni virtuose e voglia di comunicare e imparare, incentivando la nostra curiosità».

In cosa consiste la straordinarietà di questo nuovo modo di fare comunicazione?

«Nel fatto che faccia edutainment (il neologismo nasce dalla fusione delle parole educational, educativo, ed entertainment, cioè divertimento, ndr) cioè intrattiene ma sempre insegnando qualcosa. Lo stesso principio del linguaggio che hanno adottato i gamer e gli youtuber, ovvero io ti intrattengo mentre ti faccio vedere come gioco con il mio game, ma al tempo stesso t'insegno come devi fare».

Quindi saper fare podcasting significa...

«Sapere erogare contenuti nativi per questo nuovo media che possano essere scelti a seconda della fascia oraria durante la quale chi li opziona sa di poterli immagazzinare. La cosa bella è che, se fatto bene (la differenza sta, come sempre, nel piano editoriale elaborato a monte) ogni giorno attraverso il podcast siamo in grado di acquisire informazioni e veniamo stimolati in prima persona ad approfondire questo o quel determinato argomento».

Come avete capito lei e Tovazzi che utilizzare il podcast anche nelle aziende e per la formazione professionale poteva avere successo?

«Quando c'è un'idea che può funzionare, appena ne parli, gli occhi della gente s'illuminano. È così che ne capisci la potenzialità. Parlando del podcast nelle aziende come mezzo per fare formazione-lavoro, amministratori delegati e presidenti mi hanno tutti subito incoraggiata a continuare su questa strada. È il mezzo dell'era della sostenibilità».

Così è nato «Buongiorno Londra». Che ora ha superato i 180 episodi ed è disponibile online, su Spreaker, Spotify e le principali piattaforme podcast.

«Dura un minuto e mezzo e, come un vero e proprio caffè mattutino, aiuta a risvegliare la mente e a iniziare alla grande la giornata, con un audio-aforisma (preso in prestito da

filosofi e menti illuminate di tutte le epoche), una sfida per mettere questo messaggio in pratica durante il giorno e un brano musicale a tema, quale colonna sonora dell'ascoltatore. In poche parole...pensiero in azione!».

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