Cronaca locale

L'arte contemporanea abita in una casa del '400

In pieno centro è nata la Fondazione del mecenate Giorgio Carriero

Marta Calcagno BaldiniPiù di 80 anni, ma «ha un'energia diversa»: persona appassionata, curiosa, entusiasta, Giorgio Carriero, classe 1933, è il fondatore e il protagonista della Fondazione che porta il suo nome. Siamo in casa Parravicini, via Cino del Duca 4, uno dei pochi edifici privati milanesi risalenti al 1400 a due passi da San Babila. Qui, da neanche un anno, l'ex ad di Generalfin nonché imprenditore e grande appassionato d'arte (e di sport), ha deciso di aprire, insieme all'amico Ennio Brion e con un comitato scientifico, uno spazio dedicato alla produzione ed esposizione d'arte contemporanea.Il luogo che vale una visita di per sé: nasce come residenza gotica, interamente costruita in mattoni di cotto, e sembra nascosta e riservata pur trovandosi in pieno centro. Un po' come Carriero, che ha deciso di rendere questo spazio sede della Fondazione. Gli interni erano già stati riadattati da Gae Aulenti nel '91, quando era sede di una banca privata. Oggi lo spazio espositivo di 500 metri quadrati si compone di sette sale, separate da diversi dislivelli: tre al primo piano, altrettante al secondo e un'unica grande sala all'ultimo piano, che si trova nell'adiacente Palazzo Visconti, secentesco. Ecco che visitare questa speciale casa-museo (aperta tutti i sabati dalle 11 alle 18 e gli altri giorni su appuntamento, sempre a ingresso libero) significa compiere un viaggio nel tempo: dall'arte contemporanea esposta alle varie epoche delle sale in cui si trovano le opere.«Si tratta di uno spazio domestico, organico e pubblico insieme dice Francesco Stocchi, romano, 1975, che per almeno per i primi due anni di vita della Fondazione ne è stato nominato curatore -. Mi ha incuriosito subito questo luogo: prima di tutto perché mi trovo a fare ricerca d'arte contemporanea in uno spazio che non è un white cube, e poi perché si tratta di opere su committenza, che rientrano in un progetto di mecenatismo, parola oggi di cui spesso si abusa, ma in questo caso è reale. Abbiamo in progetto di realizzare due mostre all'anno».La prima ha aperto in settembre ed è stata prorogata fino al 20 febbraio, s'intitola «Imaginarii» e vede esposti i lavori, realizzati ad hoc da tre artisti: Gianni Colombo, Giorgio Griffa e Davide Balula: i quadri e le opere si trovano in aperto dialogo tra loro e tra le diverse epoche contenute in ogni ambiente di questo speciale museo. In mostra anche la tesi di laurea di Colombo dedicata a Max Ernst fino all'installazione «Spazio elastico» del 1967. Al seminterrato l'altro merito di questo originale spazio: si trova la sala dedicata ai laboratori per i bambini, organizzati ogni sabato. Si tratta di uno spazio di autentica ricerca, al punto che Carriero, da tempo collezionista, non vi espone le sue opere.

Il suo primo impegno è commissionare agli artisti nuovi lavori e organizzare nuove mostre.

Commenti