Cronaca locale

L'assurdo della solitudine aspettando che arrivi Godot

L'assurdo della solitudine aspettando che arrivi Godot

Godot: God, dio, e dot, punto in inglese. Aspettando Godot , aspettando un dio, aspettando un punto, cercando un senso. La drammaturgia scritta in francese che nel 1953 portò al successo l'irlandese protestante Samuel Beckett, che da Dublino negli anni ‘50 si spostò a Parigi dove cominciò ad usare la lingua francese appunto, ha debuttato nei giorni scorsi a Milano al Carcano, dove rimane fino a domenica per poi iniziare una tournée in tutt'Italia.

È una nuova produzione del teatro che dal 1803 si trova in corso di Porta Romana, ed è stata affidata nientemeno che a Maurizio Scaparro, classe 1932, romano, regista dell'essenzialità dell'immagine e dell'importanza della parola in scena. Nonostante Scaparro abbia anche co-diretto con Giorgio Strehler nel 1983 il Theatre d'Europe a Parigi, Aspettando Godot è la prima drammaturgia beckettiana, e quindi in lingua francese, che il regista romano affronta e «questo testo – dice - che rileggo oggi, nel Duemila, mi colpisce anzitutto per le sue radici collegate alla millenaria e senza confini Cultura Europea, che noi stiamo colpevolmente dimenticando».

Un cast di bravi attori (Antonio Salines è Estragone, Luciano Virgilio nella parte di Vladimiro, Edoardo Siravo come Pozzo e Enrico Bonavera un efficacissimo Luky, oltre al giovane Michele Degirolamo nel ruolo del Ragazzo che porta le notizie da parte di Godot) creano uno spettacolo che riesce a mostrare tutte le tematiche beckettiane, quali la solitudine e la difficoltà nel capire l'esistenza e la sua assurdità.

Due atti in cui ciò che si porta in scena è la vita senza conforto dei due protagonisti, che passano giornate identiche l'una all'altra o quasi, eppure ricordandole difficilmente. Vite il cui scopo è l'attesa, e «mentre aspettiamo facciamo un po' di conversazione», anche se poi mancano gli argomenti. Si cerca d'inventare qualcosa «giusto per darci l'impressione che viviamo»: una mancanza di prospettive che gli attori diretti da Scaparro mostrano con l'intento positivo di ripercorrere le radici della cultura contemporanea europea, di cui questa drammaturgia è una parte importante. Tematiche ancora attuali e dal sapore amaro, ma espresse in modo anche leggero e ironico.

Info: Teatro Carcano, corso di Porta Romana 63. Orari: martedì-sabato, ore 20.30. domenica, ore 15.30. lunedì, riposo. Poltronissima, 34 euro. Balconata, 25 euro. Tel. 02-55181377. www.

teatrocarcano.com

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