Cronaca locale

«Con la Lega ma non è obbligatorio»

Un'alleanza tra il Pdl e la Lega solo in Lombardia per appoggiare la candidatura di Roberto Maroni e mani libere a Roma? «Non è possibile», ha tagliato corto ieri sera Silvio Berlusconi uscendo dalla villa di via Rovani dove si era appena concluso il vertice con il Carroccio. E a cui, invece dello stesso Maroni rimasto in via Bellerio, si è presentato l'ex ministro Roberto Calderoli. Durissima la reazione del governatore Roberto Formigoni: «La Lega si conferma - ha twittato - nulla dà e tutto pretende. Viva Albertini Presidente». Aprendo così nuovi scenari politici. Personali e della galassia ciellina, incerta sul da farsi soprattutto dopo la fuga dell'europarlamentare Mario Mauro sotto le insegne montiane.
Sembra così terribilmente complicarsi la corsa del centrodestra alla successione di Formigoni, anche lui presente al vertice di ieri che ha più allontanato che unito. Anche se Berlusconi non dispera e sull'accordo dice di augurarsi «che si possa fare, però non è una cosa obbligatoria perché pensiamo di avere possibilità di vincere anche se andassimo separati». E su Gabriele Albertini che in una seconda lettera gli ha ribadito di non avere nessuna intenzione di rinunciare alla candidatura all'ombra del progetto centrista (o neodemocristiano) di Mario Monti, il Cav ha detto «ormai è così, non insisto più». Comunque «non c'è un ostacolo Albertini dirimente sull'accordo fra noi e la Lega».
Ora, dovesse andare in frantumi il patto con Maroni, al Pdl si porrebbe il problema di individuare un nuovo candidato alla presidenza della Regione alternativo a Maroni. «Non lo so ancora - ha risposto Berlusconi - Lo decidono i nostri organi istituzionali». E così si torna a fare il nome dell'ex ministro Mariastella Gelmini o del coordinatore regionale del partito Mario Mantovani. Entrambi con ambizioni romane e dunque non proprio convinti di fare un passo avanti, anche se avranno comunque un paracadute.
Anche perché, e i colonnelli del Pdl lo hanno più volte ripetuto, con Albertini e Maroni in campo non sarà certo facile battere una candidatura anche se non troppo convincente come quella dell'avvocato Umberto Ambrosoli. Ma così come Albertini, anche la Lega non ne vuol sapere di ricompattare il campo dei moderati. «La Lega non è alla ricerca di nessuno - ha detto ieri il segretario lombardo Matteo Salvini - Noi abbiamo Maroni, il candidato più forte. E anche il programma per vincere. Chiunque voglia si può aggiungere a noi». Con Maroni che detta chiaro il punto fondamentale. «Lombardia in testa è tenere a casa nostra almeno il 75 per cento delle tasse che paghiamo. Per aiutare giovani, famiglie e imprese». Questo, spiega Salvini, «significherebbe ogni anno 40 miliardi in più.

Miliardi nostri peraltro».

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