Cronaca locale

A lezione di italiano con Calvino

«La lingua langue» all'Elfo; al Carcano «Lo zoo» di Williams

Antonio Bozzo

Maltrattato, ignorato, dolorante, l'idioma italico si riscatta a teatro, in uno spettacolo di Francesco Frongia, con Nicola Stravalaci: La lingua langue (Elfo Puccini, dal 5 al 24 novembre). Non è una parata lessicale della benemerita Accademia della Crusca, ma ha l'obiettivo di «farci imparare la lingua italiana e vivere felici»; felici almeno per il tentativo di restaurare la bellezza perduta della favella di Dante. Lo spettacolo è un'ora di divertente lezione, che chiama in causa autori come Eco, Calvino, Bartezzaghi e la gran miniera dei dialetti. Stravalaci è il severo, quasi sadico, professor Stravalcioni: con gesso e lavagna ci fa fare un viaggio istruttivo dentro le dolenti viscere dell'italiano. Dal 7 al 17 novembre, un classico di Tennessee Williams in prima nazionale al Carcano: Lo zoo di vetro per l'adattamento e la regia di Leonardo Lidi. Il dramma, che debuttò a Chicago nel 1944, è uno dei più conosciuti dell'autore americano e racconta le difficili vicende di una famiglia negli Stati Uniti anni 30, tra memorie, lavoro, cose non dette, sogni, amori soffocati, morbosità domestiche. Un grande testo, molto frequentato nei teatri di tutto il mondo, che, ricorda il regista Lidi, chiede «dove andiamo quando camminiamo nel buio del futuro?». Tre volti storici di Zelig tengono banco, dal 6 al 10 novembre, al Pacta Salone con uno spettacolo dal titolo che è tutto un programma: Andiamo da Dio (gli dobbiamo parlare). Nella satira, Margherita Antonelli, Claudio Batta e Giorgio Verduci sono gli umani scelti, dopo infiniti casting, per intercedere presso il Supremo, e convincerlo a non «mandarci nel profondo» (direbbe Cecco Angiolieri) per ricominciare tutto daccapo. Uno spettacolo da ridere, che tocca snodi e personaggi storici dell'umanità che ha fatto infuriare Dio, da Giovanna D'Arco all'inventore del telefono Siemens. I Casalinghi disperati, altrimenti detti «uomini alla riscossa», sono invece in scena al Martinitt, dal 7 al 24 novembre. Tra loro, Max Pisu, una garanzia per questo tipo di spettacoli. Quattro uomini, separati, decidono di vivere insieme, dimenticando l'inferno di quando stavano con le mogli tiranne. Le quali, sotto forma di spettri (ma non saranno poi reali?) cercano di guastare il sodalizio.

Si ride, per non piangere.

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