Cronaca locale

La Lombardia ha più sapore. Ecco dove gustarla al meglio

Presentata la guida "Milano 2020" del Gambero Rosso Otto ristoranti al top. E poi trattorie, etnici e wine bar

La Lombardia ha più sapore. Ecco dove gustarla al meglio

Milano corre veloce (e la Lombardia insegue senza affanno). Il capoluogo lombardo anche a tavola gioca un campionato tutto suo ed è naturale laboratorio di format, connessioni, esperimenti (magari non sempre felici), fusioni e confusioni che ne fanno una delle mete più interessanti dal punto di vista enogastronomico dell'Europa intera. Certo, manca ancora l'onoreficenza di un ristorante tristellato, ma siamo sicuri che questa medaglia non tarderà. Noi abbiamo anche in mente a chi potrebbe andare ma non lo scriviamo per eleganza (e sì, anche per non essere tacciati di portar male, nel caso). Così la presentazione della guida Milano 2020 del Gambero Rosso avvenuta ieri a Palazzo Lombardia alla presenza del presidente della regione Attilio Fontana e degli assessori Lara Magoni (Turismo) e Fabio Rolfi (Agricoltura) è diventata l'occasione per celebrare il meglio della Lombardia a tavola e per fare il punto sulla strada fatta e da fare in quello che per ragioni economiche, storiche e sociali e destinato a essere il territorio di avanguardia italiana in fatto di tendenze, qualità e sostenibilità.

La parte per i secchioni è stata affidata a un convegno («incontro di meditazione» lo ha definito Paolo Cuccia, presidente e ad del Gambero Rosso dandogli un'isolita coloritura monastica), quella per i golosi al pomeriggio di degustazioni e show cooking in piazza Lombardia, all'ombra dei grattacieli post-Pirellone. In mezzo la parte più attesa, quella con i premi assegnati dai curatori e dai collaboratori della guida (240 pagine, 10 euro, oltre 1.200 indirizzi in totale). Vediamoli.

Le tre forchette.

L'élite della ristorazione, i locali (e gli chef) con almeno 90 punti su cento (50 alla cucina, 20 alla cantina e 30 alla sala, che da quest'anno ha assume maggiore peso specifico). Sono otto: in testa con 92 punti sono in tre, Carlo Cracco di Cracco a Milano, Antonio Guida di Seta del Mandarin Hotel a Milano e la famiglia Cerea di Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo). Con 91 punti Andrea Berton di Berton a Milano, Enrico Bartolini di Enrico Bartolini Mudec Restaurant a Milano, Nadia e Giovanni Santini del Pescatore di Canneto sull'Oglio (Mantova) e Davide Oldani di D'O a Cronaredo alle porte di Milano. Chiude a 90 Philppe Léveillé di Miramonti L'Altro a Concesio (Brescia).

I tre gamberi.

Sono le trattorie migliori, mete predilette dal pubblico meno sofisticato (e facoltoso). Sono sei: a Milano l'ormai mitico Trippa e L'Osteria del Treno, in provincia di Brescia a Brione La Madia e a Palazzolo sull'Oglio Osteria La Villetta dal 1900, a Curtatone (Mantova) La Locanda delle Grazie e a Isola Dovarese (Cremona) Caffè La Crepa.

I tre mappamondi.

Milano è leader nei ristoranti etnici. I tre migliori (non solo della città e della regione ma di tutta Italia) sono Casaramen di Luca Catalfamo, Iyo dello chef Michele Biassoni e Wicky's Wicuisine dell'enigmatico e appassionato di coltelli Wicky Pryan.

Le novità.

Sono sei e tutte milanesi: il bistrot Carlo e Camilla in Duomo, novità in casa Cracco; i ristoranti Nebbia e Serica; la nuova sede di Peck in City Life, lo street food pugliese Fratelli Torcinelli voluto dall'altra anima di Trippa, Pietro Caroli, e la gastronomia Mood Market.

I premi speciali.

Il miglior servizio di sala è quello di Alchimia a Milano (e in albergo quello di Giancarlo Morelli del Viu), le migliori proposte al bicchiere quelle di Daniel Canzian per i ristoranti e di Vinoir per i wine bar.

Buona Milano da bere (e da mangiare) a tutti.

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