Cronaca locale

Lombardia a Statuto speciale Parte la corsa del referendum

Via all'iter istituzionale della consultazione proposta dalla Lega Primo obiettivo: trattenere il 75% delle tasse come accade in Friuli

Parte oggi a Palazzo Pirelli l'iter istituzionale del referendum della Lega per l'autonomia della Lombardia. Un passaggio dal valore consultivo, visto che per la modifica costituzionale serve il voto del parlamento, ma che secondo il governatore Roberto Maroni potrebbe farne «la sesta Regione a statuto speciale: qualcosa di non molto diverso dal ventinovesimo Stato d'Europa». Una condizione, disse lanciando l'iniziativa, «uguale a quella già ottenuta dalla Sicilia nel 1946, con il 100 per cento delle tasse che restano sul territorio». Di qui l'appello alle urne sulla scia di quanto già avvenuto in Scozia e non ufficialmente in Catalogna.

Oggi l'incardinamento della legge nella commissione Affari costituzionali con relatore il professor Stefano Bruno Galli. «Oltre alla normativa fiscale - spiega il capogruppo della Lista Maroni - ci sono le prerogative legislative. La Sicilia trattiene il 100 per cento delle tasse, ma anche allineare la Lombardia al 75 per cento del Friuli sarebbe un successo». Per il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo è necessario costituire «un gruppo di lavoro che possa valutare meglio il percorso». Due gli obiettivi già fissati: «Arrivare alla formulazione di un quesito che sia inattaccabile sotto il profilo costituzionale e una notevole riduzione dei costi previsti per la consultazione popolare». Una polemica, quella sulla spesa, che era stata immediatamente imbracciata dal centrosinistra per impallinare l'iniziativa. Sprecati, si era lamentata l'opposizione, i 30 milioni di euro già stanziati.

«Solo uno spreco di soldi - la bocciatura del segretario Pd Alessandro Alfieri - Se c'è una riforma da fare semmai, è cancellare le Regioni a Statuto speciale che non hanno più alcuna ragione di esistere». Per il capogruppo pd Enrico Brambilla «la giunta Maroni che contesta Renzi per i tagli, vuole spendere 30 milioni di euro per un referendum inutile». Contestando che «nell'assestamento 2014 le risorse per gli eventi calamitosi sono state ridotte da 5,5 a 2 milioni, con un taglio di oltre il 60 rispetto al bilancio di previsione». Ma per la Lega «secondo gli studi della Cgia di Mestre, la Lombardia ha un residuo fiscale di 42 miliardi all'annuo». Diventando Regione autonoma «i 30 milioni del referendum si recupererebbero in sole 6 ore». Da trovare in aula una maggioranza qualificata (i due terzi dei consiglieri) e la speranza della Lega è che i «grillini» del Movimento 5 stelle non rinneghino il loro credo referendario. Ieri dal loro gruppo nessuna dichiarazione ufficiale. «L'intenzione - ha dettato il cronoprogramma Romeo - è fare in modo che i lombardi possano esprimersi nel 2015. Per questo il provvedimento va approvato dal consiglio entro il 28 febbraio».

Un tema, quello della fiscalità, sul quale Maroni è tornato ieri dai microfoni di «Radio anch'io», su Radio1 Rai . «Le coperture economiche per applicare un'aliquota unica al 15 per cento? Ci sono - ha detto commentando la proposta di flat tax avanzata dal segretario della Lega Matteo Salvini - Pensate che i lombardi hanno un residuo fiscale, ovvero la differenza di quanto versano in tasse e quanto ricevono dallo Stato, di 5.700 euro pro capite all'anno: un miliardo di euro a settimana.

Soldi che noi paghiamo e che lo Stato si tiene per spese che non riguardano la Lombardia, ma sprechi di altre Regioni».

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