Cronaca locale

L'orchestra della Scala torna in piazza Duomo

Per la quarta volta il grande evento sarà aperto alla città Sul podio Chailly, al piano la «leonessa» argentina Argerich

Piera Anna Franini

Sarà la leonessa Martha Argerich a domare, il 12 giugno, piazza Duomo. Lei al pianoforte, e Riccardo Chailly alla testa dell'Orchestra Filarmonica della Scala: insieme per l'evento di classica più partecipato a Milano. Si attendono infatti 50mila spettatori, previsioni sulla scorta del successo delle tre passate edizioni. Serata in diretta anche su Rai5 in HD, e con anticipazioni, il 5 giugno, nel salotto di Fabio Fazio, dunque a Che tempo che fa con Chailly e la Filarmonica ospiti speciali. Programma colorato quello di domenica 12 giugno. Si parte infatti con le golosità timbriche de L'apprendista stregone, lo scherzo sinfonico di Paul Dukas. Quindi il racconto fiabesco de L'uccello di fuoco del russo Igor Strawinskij. Chiusura con l'ipnotico Bolero di Ravel. E prima, il Concerto con Argerich - ovvero l'interprete di riferimento di questo concerto - alla tastiera. Un concerto che strizza l'occhio al jazz, un po' percussivo, un po' lirico, a tratti sognante e pure scalpitante. Sempre e comunque tessuto di francesi raffinatezze sonore. Martha Argerich, la pianista vivente più intrigante in assoluto, proviene dalla Buenos Aires dei tempi d'oro, quando l'Argentina forgiava capitale umano d'eccellenza, era bottega di artisti, intellettuali, ingegneri, persino tennisti di prim'ordine. È la gran senhora del pianoforte. Fragile ed energica allo stesso tempo. Pare una leonessa quando raggiunge il pianoforte, e di fatto il suo carisma è tale da adombrare un'intera orchestra, sferra ottave, trilli, accordi d'acciaio con tecnica infallibile, una forza che non guasta il suono: sempre bello e tondo. Un camaleonte pronto a cambiare tinte e consistenze all'istante per un pianoforte che conosce tutte le gamme dell'espressione passando dal selvaggio percussivismo alla lirica pura. Rovescio della medaglia, questa interprete argentina da anni, ormai, ha rinunciato al solismo nudo e crudo, preferisce la musica da camera o combinazioni con orchestre, e ciò perché le riesce difficile reggere ansie e stress che il palcoscenico vissuto in solitudine comporta. La Argerich tornerà a collaborare con la Filarmonica in ottobre, nel corso della lunga (e referenziata) tournée che porterà la Filarmonica e il suo direttore nelle città e sale concertistiche d'Europa che contano. Chailly, direttore principale della Scala e della Filarmonica, è in questi giorni alle prese con l'opera Fanciulla del West, una Fanciulla ricostruita esattamente come l'aveva concepita Puccini. Del resto, Chailly è direttore attento a operazioni filologiche, alla riscoperta di testi dimenticati, il caso del titolo del 7 dicembre, Giovanna d'Arco.

Ma anche pronto a sposare operazioni di divulgazione, per una classica offerta anche in modo più soft.

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