Cronaca locale

L'ultimo affare della malavita: spiare le carte al poker on line

Da bravo imprenditore avrebbe «diversificato il rischio» operando su più fronti: droga, rapine, clonazione di carte di credito e persino hackeraggio sui siti di poker on line. Un sistema per sbirciare le carte degli avversari e «vincere facile», come dice una certa pubblicità. Ma ancora una volta gli è andata male, così Guglielmo Fidanzati ha ricevuto in carcere, dove si trova insieme al padre Gaetano, una nuova ordinanza di custodia cautelare.
Quella dei Fidanzati più che una famiglia è una dinastia mafiosa sbarcata in città negli anni Settanta. Per capire lo spessore criminale di Gaetano, 77 anni, basti ricordare che nel 1970 fu fermato con Tommaso Buscetta, Salvatore Greco, Giuseppe Calderone, Gaetano Badalamenti e Gerlando Alberti. Per anni, don Tano ha gestito il traffico della droga in tutto il nord Italia per poi finire inevitabilmente nel mirino degli inquirenti. Dal 1981 ha iniziato a entrare e uscire di galera con una certa continuità ed è stato costretto a passare lo scettro al figlio. Anche Gugliemo, 54 anni, ha però dovuto fare i conti con il carcere, venendo fermato la prima volta nel 1991 in Brasile dove era andato a seguire in Gran Premio di Formula 1. Poi la solita trafila di scarcerazioni e nuovi arresti, l'ultimo nell'aprile del 2011, quando fu sorpreso con otto chili di cocaina appena comprato da un trafficante kossovaro, andando così a raggiungere il padre.
Nel frattempo la dottoressa Ester Nocera ha concluso un'inchiesta iniziata nel 2009 insieme ai carabinieri della compagnia Duomo, che ha permesso di mettere a fuoco le ultime attività del «rampollo». Innanzitutto il traffico di cocaina dal Paraguay e hashish dal Nordafrica. Droga poi ceduta sia nella piazze della Lombardia, sia ad altri spacciatori. In particolare è stata accertata la cessione di una cinquantina di chili di hashish a certi pusher siciliani. Guglielmo aveva poi stretto rapporti con un venezuelano, da vent'anni referente per l'Italia del cartello colombiano, una vera «anguilla» sempre sfuggito alla cattura. Nel corso di questa indagini era stato brevemente individuato, salvo poi far perdere le proprie tracce.
Con il «venezuelano» Fidanzati aveva trattato un carico da 100 chili di droga arrivati al porto di Gioia Tauro nascosta all'interno di listelli di legno per parquet. Il carico è stato però intercettato nel 2010 dai carabinieri, facendo perdere al narcotrafficanti una bella sommetta. Forse anche per rifarsi, Gaetano ha cercato di investire nei locali della movida milanese, come il «Caffè Solaire» e la discoteca «Shocking», senza però trascura le rapine in banca. Insieme a un abilissimo hacker romeno il boss aveva anche organizzato un lucroso giro di carte di credito clonate e, particolare del tutto inedito, anche di partite a poker on line truccate. Il romeno infatti era riuscito a violare i sistemi di sicurezza dei vari siti e in questo modo poteva puntare dopo aver visto le carte in mano agli avversari. Quando si dice «Ti piace vincere facile?». L'hacker ovviamente entrava nei tavoli per ricchi, riuscendo a ramazzare in una sola partita, anche 10mila euro a botta.

Fino al «rien ne va plus» della Procura milanese.

Commenti