Cronaca locale

Malpensa, un suicidio lungo 5 anni

Il ministro Lupi conferma i timori: la deroga ai voli su Linate dalle città europee non sarà solo per il 2015

Eccolo, il tanto atteso decreto-Linate. Lo ha presentato ieri, proprio nell'aerostazione, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, a 24 ore dall'approvazione da parte del governo del piano nazionale degli aeroporti. Una nuova regolamentazione dello scalo cittadino faceva parte delle condizioni poste da Etihad per fare ingresso nel capitale di Alitalia. «Nessuna liberalizzazione» ha avvertito subito Lupi; l'unica vera novità del testo è la modifica della rete di destinazioni che potranno essere raggiunte d Linate. Non più solo le capitali ma qualunque città europea; restano il limite di 18 movimenti all'ora, quello di utilizzare soltanto aerei a corridoio unico e il divieto di effettuare transiti a Linate (norma peraltro poco rispettata). L'annuncio del decreto è stato contraddistinto da una certa confusione e da un elemento singolare: il ministro ha detto che il decreto - per il quale si chiedeva una durata di 6 mesi legata all'Expo, per poter poi valutarne i risultati - avrebbe avuto una durata di 5 anni, «tempo sufficiente per un'azienda per investire e programmarsi»; poi, nel corso della conferenza stampa, si è corretto: nessuna scadenza, decreto a tempo indeterminato. Solo un errore? Un inciampo di comunicazione? O il dietrofront nasconde altro? In ogni caso, un tavolo tecnico formato dalle autorità governative, regionali e locali vigilerà sulle nuove norme.

Non è noto l'elenco delle città che saranno raggiungibili da Linate, perché elaborare l'offerta è compito tipico delle compagnie. Si sa comunque che Alitalia, accettando la rivoluzione imposta dall'Alta velocità ferroviaria, rinuncerà a numerose frequenze tra Milano e Roma e utilizzerà gli stessi slot per città europee, soprattutto tedesche e del Nord Europa. Per ora, nulla di ufficiale. Niente di nuovo invece per Malpensa, che il piano nazionale indica come aeroporto strategico del Nord Ovest. Sebbene Lupi abbia cercato di allontanare le preoccupazioni di una «cannibalizzazione» di passeggeri e di attività tra i due aeroporti, sul fronte dell'ex-hub non si registrano notizie che inducano a particolare fiducia nel suo sviluppo. Oggi su 18 milioni di passeggeri serviti da Malpensa, Alitalia ne movimenta 1,2, di cui solo 200mila intercontinentali. L'obiettivo dal 2015 è che questi ultimi salgano a 550-600mila, ha detto il ministro, grazie all'aumento delle frequenza di lungo raggio da 11 a 25 (si converrà: briciole). La concorrenza di Linate - ha minimizzato il ministro - porterà via a Malpensa «solo» 200mila passeggeri sui 27milioni dei due scali. In compenso Lupi è stato vago sulla concessione di «quinte libertà», ovvero di autorizzazioni a compagnie extraeuropee di fare scalo a Malpensa per poi proseguire il viaggio verso altre destinazioni. Nemmeno su Emirates, che sta utilizzando questi diritti in via provvisoria, si è sbilanciato, limitandosi a preannunciare un nuovo volo di Jet Airways (partecipata di Etihad) Malpensa-Mumbay.

Secondo il ministro, nel 2015 la sola Alitalia - la cui quota di mercato a Linate sfiora l'80% - servirà da Malpensa un milione di passeggeri (contro 1,2 del 2014), mentre da Linate saranno 6,5 milioni, contro gli attuali 5,2.

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