Cronaca locale

Una maratona per quattro «New York cambia la vita»

Domenica una squadra di dipendenti di Mm al via della corsa più famosa Un premio ma anche il modo per sostenere Amref e i progetti idrici in Africa

Lo ripete sempre Gianni Poli, un pezzo di storia dell'atletica azzurra, il primo italiano a scendere sotto le 2ore e 10 minuti sui 42 chilometri, che nel 1986 trionfò a Central Park: «New York è la maratona più bella, l'unica che può cambiarti la vita. Perchè se vinci da qualche parte del mondo diventi un atleta di primo piano ma se vinci a New York diventi famoso...». A Poli, ma anche a Orlando Pizzolato, a Giacomo Leone, a Franca Fiacconi, che a Central Park sono arrivati a braccia alzate, la Nycm la vita l'ha cambiata parecchio. E un po' la cambia a tutti, perché correrla resta una magia di emozioni, di applausi, di luci e di sensazioni che poi ti restano addosso per tutta una vita. E sicuramente la New York City marathon numero 45 un po' la vita la cambierà anche a Rosolino Azzarello, Stefano Di Lucia, Francesco Lacidogna e Claudio Muzzo, una squadra di dipendenti della storica Metropolitana Milanese che domenica mattina per la prima volta nella loro vita saranno al via della 42 chilometri più famosa al mondo. Correranno per Amref, una onlus che che tra i suoi progetti ha anche quello di realizzare pozzi di acqua nei villaggi africani, e la sfida dei «quattro moschettieri» di MM sarà anche l'occasione per rilanciare l'impegno sociale e la sensibilità sul tema dell'acqua di un'azienda che proprio quest'anno compie sessant'anni.

Un sogno. Un sogno che si realizza perchè, per chi corre, la New York è un po' la terra promessa. «Difficile da credere ancora adesso- racconta Stefano, 34 anni, addetto al laboratorio del servizio idrico- Per me è la prima volta in maratona e anche a New York. Certo, sono emozionato e un po' anche preoccupato ho sempre fatto atletica ma 42 chilometri sono un'altra cosa. Mi chiedo come mi dovrò vestire, cosa dovrò mangiare anche se non mi interessa il tempo finale. Correrò guardandomi intorno e godendomi lo spettacolo...». Come capita spesso, una sfida nata per caso quella dei 4 diopendenti Mm: «L'anno scorso abbiamo partecipato alla staffetta della maratona di Milano- racconta Rosolino , 50 anni, lui pure addetto di laboratorio, già tre maratone alle spalle- Mm aveva lanciato una sfida, la prima tra le sette staffette che sarebbe arrivata prima avrebbe vinto i pettorali per la Grande mela. E noi siamo stati i più veloci. Cosa mi aspetto? Non lo so ma l'ho sempre vista in tv e l'idea di essere lì domenica...Parto con il tifo dei miei colleghi e con quello dei miei figli anche se mai come questa volta conta solo arrivare». I quattro, anche se un po' si sono allenati insieme, ritagliando il tempo che si poteva tra lavoro e famiglie, correranno ognuno per conto proprio: «Sì è così, ognuno col proprio passo- spiega Francesco, elettricista, triatleta ma alla sua prima maratona- Allenato mi sono allenato, ho solo un dubbio su come vestirmi. Per me si avvera un sogno. L'altro è quello di seguire gli atleti keniani nei loro allenamenti sugli altopiani. Un passo alla volta, vedremo...». Ma se la prima maratona è un po' come il primo amore e non si scorda mai, per New York il discorso cambia: «Sì è vero, è speciale anche per chi al traguardo di una 42 ci è già arrivato- spiega Claudio, elettricista addetto alla manutenzione, con un passato da atleta di buon livello sui tremila siepi- Io ho già corso a Torino, Milano e Piacenza su questa distanza, ma è chiaro che questa volta sarà tutto diverso. No, non sono allenato perchè nelle gambe ho solo un paio di “mezze“. Ma non un'occasione così quando mi ricapita..

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