Cronaca locale

«Mense, con la linea dura recuperati 700mila euro Attenti ai rischi del bio»

Il vicesindaco: «Niente pre scuola ai morosi Vermi nel piatto? Senza pesticidi può capitare

Chiara Campo

«Medaglia» d'oro o d'argento alle scuole più avanti con l'utilizzo dei prodotti biologici nelle mense e un fondo statale da 20 milioni all'anno per favorire (anche) la lotta agli sprechi e la scelta di frutta e verdura a km 0. Per lanciare il primo sistema di riconoscimento pubblico delle mense bio (attivo dalla prossima estate) il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina ha scelto proprio Milano che durante Expo 2015 ha lanciato un patto internazionale sulla qualità del cibo ed è più avanti di altre sulla promozione della filiera corta in classe. Ma la visita arriva anche a pochi giorni dalle polemiche sul verme «spuntato» nella minestra di farro - di origine bio, appunto - servita in mensa da Milano Ristorazione alla primaria di via Vigevano.

Anna Scavuzzo, vicesindaco e assessore comunale alla Scuola. Intanto Milano a che punto è con il bio in mensa?

«Abbiamo seguito il percorso proposto dai Criteri minimi ambientali quindi abbiamo integrato e siamo arrivati avanti, a seconda delle derrate. La farina per la pasta e l'olio ad esempio sono al 100% bio, abbiamo fatto un passo avanti con la frutta anche a metà mattina, lo yogurt a km 0 arriverà con l'inizio del nuovo anno. Poi bisogna riuscire a calibrare le disponibilità con le necessità, perchè non lavoriamo scuola per scuola ma su 65mila bimbi da servire contemporaneamente. Rispetto al 2011/2012 quando è iniziato lo sforzo importante siamo arrivati a circa il 30% complessivamente. Ovviamente c'è un'onerosità non banale legata a questo tipo di investimenti quindi la possibilità di accedere a fondi statali ci interessa molto».

Sarà premiato chi ordina ad un raggio di 150 km.

«Dal riso allo yogurt noi stiamo già cercando di tenere insieme l'attenzione al bio con quella alla filiera corta e controllata, alle produzioni dei nostri coltivatori di Milano e Città metropolitana».

Il bio ha effetti indesiderati, giorni fa le mamme hanno protestato per il verme in un piatto in via Vigevano, non è il primo caso. Cosa si può fare?

«Il bio necessita di un pò di controlli in più. Gli animaletti che vengono ritrovati nelle verdure fanno parte della scelta in sè, sappiamo che andare di più verso il bio significa avere una responsabilità maggiore perchè non vengono usati pesticidi o materiali chimici. Sta nelle cose. Dopodichè rispetto al numero di pasti forniti siamo ampiamente in quello che è il migliorabile ma non sono preoccupata da questo punto di vista».

Da quest'anno niente centri estivi, pre e dopo scuola a chi non paga la retta delle mense. La linea dura paga?

«I dati sono fluttuanti ma mi pare che uno stock sia stato aggredito, circa 700mila euro rispetto ai vecchi 5 milioni di evasione sono stati recuperati in maniera stabile. La refezione non si tocca, i bimbi possono accedere ai pasti indipendentemente dalla morosità della famiglia, ma tutti i servizi accessori sono vincolati alla regolarizzazione dei pagamenti, è un atteggiamento che sta pagando anche perchè non avendo concesso alcun tipo di deroga le famiglie iniziano a misurarsi col fatto che a regola va rispettata».

Ma ha fatto calare la domanda dei servizi accessori?

«Sicuramente sui centri estivi abbiamo avuto un calo legato anche a questo, per chi ha debiti importanti regolarizzarsi di colpo può essere complicato.

Abbiamo proposto un piano di rientro a rate, chi ce lo sta chiesto l'ha ottenuto».

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