Cronaca locale

Metrò, bus e filotranvie la paura viaggia di notte. Guardie e treni: fine corsa

Trenord «licenzia» i vigilantes: l'azienda studia altre misure, come tornelli per i biglietti a bordo

Metrò, bus e filotranvie la paura viaggia di notte. Guardie e treni: fine corsa

C'è la «solita» circolare 90/91. I filobus che insieme alla 92 disegnano senza stop la città come un compasso per quasi 40 chilometri, toccando le zone più diverse di Milano e considerate a furor di popolo «linee malfamate». Tuttavia proprio i fatti di venerdì notte a bordo del bus della linea 95 restituiscono un'immagine di Milano come una metropoli che sul fronte della sicurezza dei mezzi pubblici, soprattutto dopo una certa ora, ha i problemi di qualsiasi altra città sua simile. Dove non si possono fare distinguo troppo netti, del tipo «questa linea è pericolosa, quell'altra assolutamente no».

I vigilante di Atm ammettono di avere il terrore dell'ultima corsa del metrò della linea 2 (la verde), in particolare da Milano a Gessate. Dove, confidano, al sabato sera, a fine turno, comandano le baby gang. E chiedere rinforzi durante le risse tra bande significa attendere impotenti quei cinque minuti che diventano una eternità dinnanzi a devastazioni di carrozze e vetri infranti. Lo scorso autunno, dopo ripetute proteste, per qualche fine settimana sono scattati controlli mirati di polizia e carabinieri, ma le operazioni spot non bastano, lo ha ribadito di recente la rappresentanza sindacale Rsu inviando l'ennesima lettera al responsabile della sicurezza di Atm in seguito al ferimento, il 25 febbraio, di un autista 50enne alla guida sulla linea 74, che collega piazzale Cantore, cioè in Navigli, a viale Famagosta, alla Barona. Quel giorno una donna al volante di una vettura e che viaggiava insieme a un uomo, ha avuto un diverbio con il conducente del bus per ragioni di viabilità. La coppia ha seguito il mezzo pubblico fino al capolinea di viale Famagosta, quindi l'uomo a bordo auto è sceso, ha sferrato due pugni al conducente e poi scappato.

Anche sul fronte di TreNord non si può dire si siano fatti i passi in avanti che ci si aspettava dopo i fatti dell'11 giugno 2015. Quando un capotreno venne aggredito nella stazione di Villapizzone a colpi di machete da tre ragazzi senza biglietto, tutti di origine salvadoregna e appartenenti alla violentissima gang latino americana «MS13». È di sabato infatti la notizia che TreNord non rinnoverà l'appalto alle sue guardie. Da gennaio non ci saranno più vigilantes a bordo dei convogli perché l'iniziativa non ha avuto il successo sperato. Così l'azienda sta studiando altre misure di sicurezza: probabilmente si ricorrerà ai tornelli per il controllo dei biglietti a bordo treno, visto che l'origine della stragrande maggioranza delle aggressioni e degli assalti al personale ferroviario riguarda proprio il mancato acquisto del titolo di viaggio da parte dei passeggeri. A questo punto però è lecito chiedersi quali tempi avrà la realizzazione concreta di questa misura, ovviamente qualora venisse adottata (è ancora in fase di progettazione) e cosa potrà accadere nel frattempo a bordo della «giungla» dei convogli che ogni giorno fanno viaggiare in Lombardia 803mila pendolari divisi tra 2.300 corse?

«Continuano a dirci che va tutto bene, che le aggressioni sono diminuite, ma i fatti dicono altro» fa notare Claudio Morgillo, segretario regionale Ugl. «Sarebbe ora di organizzare una manifestazione per sensibilizzare l'opinione pubblica» propone il segretario provinciale del sindacato di polizia Sap Massimiliano Pirola.

Intanto le aggressioni sui mezzi pubblici continuano.

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