Cronaca locale

"La mia odissea per disdire il contratto della luce"

Se la voltura delle utenze diventa una gimkana tra procedure on line e lettura del contatore

"La mia odissea per disdire il contratto della luce"

Mi piacerebbe conoscere un milanese che al primo colpo è riuscito a completare con successo la voltura delle utenze luce e gas A2A per fargli i miei più sentiti e ammirati complimenti. Che abbia trionfato sulla burocrazia dopo essersi presentato di persona allo sportello, aver chiamato il numero verde o aver affrontato la procedura online, il risultato non cambia: le congratulazioni le merita.

Il sito della A2A indica con precisione le materie sulle quali lo sventurato volturante deve rispondere: i dati catastali dell'immobile che usufruisce della fornitura in questione; la differenza fra proprietà, locazione, usufrutto, comodato d'uso e altri titoli giuridici. Nessun accenno, però, alle informazioni di dettaglio relative all'utenza. Anche perché, come ormai tutti sanno, «fare un voltura è facilissimo, sull'ultima bolletta c'è tutto quello che serve».

E invece. Per portare a buon fine la voltura di un'utenza A2A bisogna fra l'altro comunicare alla A2A che tipo di contatore la A2A ha installato presso l'immobile in questione. La logica vuole che debba essere il fornitore a dare al cliente le informazioni tecniche sulle sue (del fornitore) apparecchiature di misurazione dei consumi. Ed effettivamente lo fa: seppure in piccolo, sulla bolletta il tipo di contatore c'è scritto. Quindi vuol dire che la A2A lo sa. Ma allora perché lo chiede al nuovo utente?

Ma per ottenere la voltura, si scopre solo alla fine, bisogna comunicare anche l'ultima lettura. Ci vuole molto a indicarla sul sito fra le informazioni necessarie per il cambio di intestazione del contratto? Fatto sta che l'aspirante volturante deve rifare tutto da capo. E ancora: conclusa con successo, almeno stando al sito, la procedura sarebbe logico aspettarsi di vedersi subito chiedere se si desidera l'addebito delle bollette sul conto corrente o sulla carta di credito. Macché. E infine: in parallelo con la voltura, qualche inguaribile ottimista tenta anche di creare un proprio account A2A. Peccato che sulla soglia dell'area riservata possa essere respinto perché il suo codice fiscale non corrisponde ad alcun identificativo relativo ai contratti appena «volturati». E all'inguaribile ottimista viene il dubbio che neppure il cambio di intestazione delle forniture sia andato a buon fine. Però c'è un però. Pochi giorni dopo che la richiesta di voltura era (o sembrava che fosse) stata registrata dal sito, A2A si fa viva nel modo più rassicurante, cioè via posta, e conferma che è tutto in regola. E manda anche il modulo per l'addebito bancario. Farcela al primo colpo è quasi impossibile, al secondo è possibile. Ma solo per l'elettricità.

Per il gas non è ancora detto.

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