Cronaca locale

"In Marocco si usa così". E 8 immigrati lo massacrano

L’episodio si è verificato sabato scorso, mentre il giovane, la ragazza e due amici si trovavano sull’Alzaia Naviglio Pavese. Provvidenziale l’intervento di un vigilante ad evitare il peggio

"In Marocco si usa così". E 8 immigrati lo massacrano

È stato letteralmente pestato da 8 stranieri mentre con la ragazza e due amici si trovava lungo l’Alzaia Naviglio Pavese (Milano).

I fatti risalgono alla notte tra sabato e domenica scorsi, quando uno dei ragazzi viene avvicinato da un gruppo composto da 8 persone, con la classica scusa di una sigaretta. “Il mio amico risponde ‘non ce l’abbiamo’, e subito viene preso a schiaffi”, racconta la vittima sulle pagine de “Il Giorno”. “Io mi avvicino, lasciando la mia ragazza lontano, li invito ad allontanarsi ma scatta il pestaggio”. Secondo quanto riferito dal giovane si tratterebbe di 8 ragazzi definitisi “italomarocchini”, tutti intorno ai 20 anni, che hanno fatto scattare il raid punitivo dopo aver ricevuto una risposta negativa alle loro richieste, ovviamente una scusa per attaccare briga. “Ho sentito dire ‘In Marocco si usa così’. E sono partiti i colpi”.

“Il mio amico ha preso un pugno in faccia e se l’è cavata con qualche livido”, ha continuato a racconare il ragazzo. “Io ho ricevuto dei pugni e nel mentre sentivo dei colpi in testa con un oggetto che non saprei identificare. Forse una cassa jbl, ha raccontato poi chi ha assistito alla scena”.

Il violento pestaggio si è interrotto solo grazie al pronto intervento di un vigilante, che ha poi immediatamente allertato le forze dell’ordine ed il 118, mentre la vittima si trovava distesa a terra e sanguinante. “Sono stato soccorso e accompagnato al Policlinico di Milano, dove mi hanno medicato e cucito le ferite. Il giorno dopo ho sporto denuncia ai carabinieri”.

Ovvio che non si trattasse di un’aggressione motivata dall’intento di rapinare le vittime. “È stata violenza gratuita. Se avessero voluto rapinarci avrebbero potuto benissimo farlo, non hanno puntato né agli smartphone e né ai portafogli, volevano solo farci male. La mia ragazza era scioccata, cerco di farle forza”.

La paura dopo il pestaggio, comunque, rimane, così come la consapevolezza che il fatto si sarebbe potuto evitare.

“Non sarebbe male se si incrementassero i controlli.

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