Cronaca locale

A Milano 850 baby mamme molte straniere e maltrattate

I dati del centro di sostegno alla gravidanza di minori Tra le vittime di abusi anche ragazzine di 12 anni

Sono solo ragazzine e sfoderano tutto il coraggio che hanno. Sanno di essere state superficiali ma, una volta scoperto di aspettare un bambino, non interrompono la gravidanza. Magari dopo pianti, notti in bianco e liti in famiglia.

Nel 2015 in Lombardia le adolescenti che sono diventate mamme sono state 2.600, di cui 850 a Milano. Le under 15 sono poco più di una decina, quelle fra i 16 e i 17 anni sono 186, soprattutto immigrate. Un dato lievemente inferiore rispetto ai due anni precedenti, in cui i parti delle baby mamme erano arrivati a quota 2.740 nel 2014 e 2.968 nel 2013. Tra queste ci sono anche le giovanissime che hanno subito maltrattamenti e violenze. Ma non crollano e, anzi, trovano la forza di superare il trauma proprio grazie alla loro gravidanza e all'attesa di rivestire un nuovo, importantissimo, ruolo. I papà, in parecchi casi, spariscono. Sia che siano italiani sia che siano stranieri. Quelli che restano, ragazzini sbarbati, vengono sostenuti per prepararsi al nuovo ruolo con un briciolo di consapevolezza.

Solo al centro Saga (servizio di accompagnamento alla genitorialità in adolescenza) dell'ospedale San Paolo, da poco accorpato con il San Carlo, vengono supportate cento giovanissime mamme all'anno. I medici e gli psicologi le aiutano ad affrontare un percorso per loro inaspettato e nient'affatto facile. Soprattutto perché spesso faticano a condividere le insicurezze con le amiche (troppo giovani per farsi carico di una responsabilità del genere) e devono rinunciare a una fetta importante della loro adolescenza. Ma piano piano imparano a non vergognarsi del loro pancione ma andarne fiere. A raccontare dell'attività del San Paolo è stata Anna Maria Marconi che, aprendo i lavori del convegno dedicato alla «Gravidanza e disagio sociale» all'università Statale, fotografa così le mamme assistite: «Incontriamo donne sole, tristi - spiega - che hanno vissuto abbandoni e maltrattamenti. E che, dietro a un'apparente normalità, celano una profonda solitudine interiore. Il 30% di loro arriva da altri paesi, parla altre lingue e vive la migrazione come trauma. Altre sono giovanissime, immature nel corpo e nelle emozioni». E poi c'è un paradosso, tutto italiano: grazie alle baby gestanti si abbassa un po' la media milanese, che da anni racconta di mamme quarantenni.

In base ai dati dell'Istat, circa l'8% dei nati nel 2014 ha infatti una madre di almeno 40 anni, mentre la proporzione dei nati da madri di età inferiore a 25 anni è pari all'8,5%.

Tra le mamme giovanissime ci sono due categorie. Da un lato le adolescenti bene, che frequentano il liceo e che hanno peccato di superficialità. Dall'altro ragazzine con mamme a loro volta giovanissime e che hanno abbandonato gli studi da tempo. Non più bambine e non ancora adulte, con lavori instabili e mal pagati, spesso decidono di diventare mamme. E, anzi, nel ruolo di mamma trovano una nuova motivazione per avere un ruolo sociale che mancava. Il dato più allarmante è che le gestanti più giovani (alcune di 12 anni appena) non hanno né sbagliato né scelto. Sono piuttosto vittime di violenza, di abusi che subiscono da anni.

Il servizio dedicato alle baby mamme, nato nove anni fa come un progetto sperimentale ora funziona a pieno ritmo.

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