Cronaca locale

Milano, aveva tentato suicidio in metro. Pestata dal marito marocchino

A notare la scena un automobilista di passaggio, ma il marocchino pregiudicato non si sente in colpa: "Stavo solo mettendo addosso le mani a mia moglie". Nonostante la giovane età, la ragazza aveva già tentato il suicidio

Milano, aveva tentato suicidio in metro. Pestata dal marito marocchino

È finito l'incubo di una ragazza italiana di 18 anni da tempo costretta a subire i continui maltrattamenti del coniuge, originario del Marocco: la sofferenza della giovane era arrivata a tal punto da spingerla a commettere il gesto estremo, un proposito che non si è concretizzato soltanto grazie al tempestivo intervento di un dipendente Atm di Milano. A distanza di pochi giorni dal fatto, il terribile vissuto della ragazza è venuto alla luce. Giovane ed incinta, era costantemente sottoposta alle angherie del marito.

Quest'ultimo, infatti, è stato sorpreso durante il pomeriggio dello scorso martedì 17 dicembre mentre stava per l'ennesima volta picchiando la compagna. L'aggressione si è verificata in mezzo alla strada, dinanzi agli occhi di un bambino di soli 3 anni, e per questo motivo, lo straniero è stato finalmente colto in flagranza di reato dagli agenti della polizia locale di Milano.

Ad assistere alla violenza di cui si è reso protagonista in negativo il 32enne nordafricano M.T. è stato un automobilista di passaggio, il quale ha casualmente notato la scena a bordo della carreggiata.

Senza perdere tempo, il testimone ha contattato immediatamente le forze dell'ordine per segnalare l'accaduto e fornire precise indicazioni sul luogo del pestaggio. A rispondere all'appello sono stati due agenti della polizia locale di Milano, che si trovavano già nelle immediate vicinanze. Raggiunti dalla segnalazione mentre erano impegnati ad effettuare dei rilievi stradali in seguito ad un incidente automobilistico verificatosi in piazza Selinunte, i poliziotti si sono precipitati sul luogo indicato, cogliendo sul fatto il magrebino.

Quest'ultimo si stava accanendo sulla compagna, raggomitolata a terra, colpendola con dei forti calci senza curarsi minimamente neppure del fatto che la stessa si trovasse in stato interessante. Una scena di violenza inaudita, alla quale, se ciò non bastasse ancora, stavano assistendo un bimbo di soli 3 anni di età, figlio del fratello dell'aggressore, e la madre dello stesso magrebino, che lo implorava di smetterla.

Il nordafricano è stato immediatamente fermato dai due uomini in divisa, che lo hanno tratto in arresto con l'accusa di maltrattamenti in famiglia, e l'aggravante di aver commesso il fatto ai danni di una donna incinta ed alla presenza di un minore.

Condotto negli uffici della questura di Milano per le consuete operazioni di identificazione ed incriminazione, sono emersi tutti i precedenti di polizia per i quali il nordafricano era stato incriminato negli ultimi anni. Dinanzi agli inquirenti che lo interrogavano per le violenze commesse ai danni della compagna, il 32enne si è prima giustificato sostenendo di esser stato aggredito per primo dalla donna e di essersi solamente difeso, poi ha aggiunto di non aver fatto nulla di male in quanto stava "solamente mettendo addosso le mani a sua moglie".

Il fermo è già stato convalidato dal giudice, ed il magrebino si trova ora dietro le sbarre del carcere di San Vittore in attesa della prima udienza del procedimento penale che lo vedrà alla sbarra.

Parlando con la vittima, gli agenti del Nucleo Tutela Donne e Minori hanno scoperto che la 18enne era proprio la ragazza che il giorno precedente aveva tentato il suicidio, gettandosi sui binari della metropolitana. A salvarla era stato un dipendente Atm, che l'aveva di peso per riportarla sulla banchina. Tanti i maltrattamenti subiti dalla giovane, cominciati sin dall'inizio della sua relazione col 32enne, nel marzo del 2017. In seguito ad uno dei violenti pestaggi, la 18enne era addirittura stata ricoverata alcuni giorni alla Mangiagalli.

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