Cronaca locale

A Milano salgono le polemiche sui luoghi di culto

L'attentato di Parigi rinfocola le polemiche sul bando criticato anche dalla comunità islamica milanese

Islamici a Milano
Islamici a Milano

L'attentato a Parigi ha rinfocolato le polemiche in Italia, in particolare a Milano, dove è stato presentato dalla giunta Pisapia un bando per la creazione di nuovi luoghi di culto tra cui almeno una moschea.

Il bando è stato criticato anche dalla comunità islamica milanese: "Siamo pronti a impugnare l’atto amministrativo davanti al Tar", ha minacciato oggi il Caim, (Coordinamento di 25 associazioni islamiche milanesi), secondo cui all'interno del documento ci sono dei criteri che che forniscono maggior punteggio ai partecipanti e che vengono contestati "dal punto di vista della legittimità" e che sarebbero "potenzialmente discriminatori". In particolare, il Caim si riferisce alle premialità previste per gli enti di culto riconosciuti ("ma nessuna delle associazioni iscritte all’Albo comunale delle Religioni, che quindi possono partecipare, ha questo requisito") o per quelle associazioni ("ce n’è solo una su 52") che hanno sottoscritto la Carta dei Valori del Governo o, ancora, per chi ha ottenuto l’approvazione dei ministri di culto da parte del Ministero dell’Interno.

Per Riccardo De Corato (FdI) l’attacco a Parigi deve quindi servire da "monito", mentre il consigliere di Forza Italia Andrea Mascaretti insiste: "Non possiamo esporre i cittadini milanesi a enormi rischi. Faccio appello al ministro Alfano, perché impedisca di aprire delle moschee, ora a Milano, senza poter garantire una adeguata vigilanza e un sufficiente presidio del territorio". Per Matteo Forte, consigliere del Polo dei milanesi, "si devono dare ai cittadini il massimo delle garanzie che, al momento, la Giunta e il bando non sono in grado di offrire".

"Non abbiamo nessuna intenzione di ritirare il bando riguardante i luoghi di culto", replica l’assessore alle politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, secondo cui il documento contestato "non introduce nessun tipo di discriminazione": "Basta leggerlo. Fa semplicemente riferimento ad alcuni aspetti che possono attribuire ’premialita» in modo non vincolante per chi presenta i progetti. Tutto qui. In particolare il punto più contestato dal Caim, quello introdotto a seguito della scelta operata dal Consiglio Comunale, esplicita semplicemente che una strada, non certo l’unica, per acquisire valore nella presentazione del progetto riguarda l’aver partecipato al percorso di dialogo con le istituzioni nazionali cui diede vita il governo Prodi. Non si tratta di un

538em;">vincolo ma solo di una possibilità che oggi viene esplicitata".

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