Cronaca locale

"Il mio Air Show farà volare i sogni di 300mila spettatori"

Il direttore della manifestazione di Linate che verrà chiusa dalle Frecce Tricolori: «Sintesi di tecnica e arte»

"Il mio Air Show farà volare i sogni di 300mila spettatori"

«Ogni ragazzino e ragazzina presente all'Air Show desidererà essere lassù a pilotare un aereo. Come è successo a me a 14 anni, quando ho visto per la prima volta le Frecce tricolori. Fu un colpo di fulmine». Maurizio Viti, comandante e pilota Alitalia, è il direttore del Milano Linate International Air Show 2019 in programma sabato e domenica. È la mente della manifestazione, alla sua 19esima prova.

Comandante Viti, voi avete notizie di prima mano sul meteo: che tempo farà nel fine settimana?

«È previsto bel tempo, incrociamo le dita... Con qualche sprazzo di nubi che faranno da schermo alle esibizioni: perfetto».

Che afflusso di pubblico prevedete?

«Ci aspettiamo almeno 150mila persone per ogni giornata, ma speriamo di andare oltre. Per la riapertura di Linate, Sea ha voluto un evento storico e una festa per tutti i cittadini. L'ultimo Air Show a Linate risale al 1957, alcuni giorni fa ho anche ricevuto la bellissima lettera di un pilota di allora, che oggi ha 88 anni. È un'esperienza indimenticabile per chi la realizza e per chi assiste».

Quanto lavoro c'è dietro?

«Ci stiamo lavorando da marzo, anche se le prime idee sono partite a fine 2018. Come accade in questi casi, abbiamo dovuto affrontare non pochi problemi, dal cantiere ancora in parte presente, alla vicinanza con le aree urbane, fino alla conformazione del territorio. Non so più quanti modelli di simulazione ho fatto. Devo dire però che la volontà del promotore di arrivare in fondo era molto forte».

Che terreno di lavoro ha trovato a Milano?

«Un contesto mai trovato altrove. Quello di una città che è una porta sull'Europa, in continua trasformazione. Con una capacità di sintesi e di fare squadra unica. È andata così: mi hanno dato un foglio bianco e chiesto di riempirlo come desideravo. Poi abbiamo affrontato gli ostacoli man mano che si presentavano. Inoltre sono stato affiancato dai rappresentanti milanesi dell'Aeroclub Italia, ente proprietario della manifestazione».

Cosa contraddistingue una manifestazione come questa?

«Mettiamo al centro la cultura del volo, mostriamo le meraviglie delle macchine volanti di oggi. E trasmettiamo un concetto: cielo vuol dire libertà, ma per la sicurezza di tutti chi lo fruisce deve seguire le regole».

Avete un pubblico molto variegato, tutti però capiscono il vostro linguaggio.

«Un linguaggio universale, il racconto del limite, sia tecnico sia umano. All'Air Show ci sono aerei sorprendenti, capaci di compiere manovre che fino a vent'anni fa erano impensabili. Allo stesso modo l'uomo ha spostato più in là il proprio limite per poterli pilotare. Parliamo di fisicità e di disabilità: grazie alla tecnologia i piloti sulla sedia a rotelle del We Fly Team hanno realizzato il sogno di volare».

Le Frecce Tricolori hanno un fascino che cattura anche chi non è appassionato di aeronautica. Come lo spiega?

«Le Frecce volano grazie alle qualità principali del nostro Paese: passione, lavoro di squadra, coraggio, determinazione, fiducia nel compagno di viaggio, un pilota che fa acrobazie a 600 chilometri orari a due metri di distanza da te. Sintetizzano tecnica raffinata e arte.

Le Frecce Tricolori sono l'Italia».

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