Cronaca locale

Mogli picchiate e umiliate. Due uomini in carcere

Un italiano e un egiziano arrestati per maltrattamenti. I figli piccoli assistevano

Mogli picchiate e umiliate. Due uomini in carcere

Donne sottomesse, terrorizzate, picchiate e abusate. La regola in casa, quella del più forte: «Fai come ti dico o ti ammazzo». Anni di violenze e poi, una sera, qualcosa che si spezza e che convince le vittime a denunciare. Le due storie si somigliano, anche se in un caso l'aguzzino è un marito egiziano e nell'altro il coniuge fuori controllo è italiano. Gli arresti sono entrambi dell'estate scorsa e i responsabili sono stati condannati (uno in abbreviato, l'altro ha patteggiato).

Siamo a Sedriano, nell'hinterland milanese. La ragazza è italiana, molto giovane, ha solo 21 anni. È molto bella, racconta chi l'ha incontrata, fa l'estetista. Si è innamorata di un uomo egiziano di dieci anni più grande, occasionalmente pizzaiolo, regolare in Italia e incensurato. Lo ha sposato di nascosto dai propri genitori dopo un anno di convivenza. I maltrattamenti durano almeno due anni, fino all'arresto dell'uomo da parte dei carabinieri di Bareggio nel giugno del 2018 su richiesta del pm di Milano Rosaria Stagnaro. Lui comincia a controllare i movimenti della moglie, i suoi orari, come si veste. Le proibisce di avere contatti con i familiari, la ragazza rinuncia alla propria autonomia. Non può rifiutarsi di avere rapporti sessuali, neppure dopo aver lavorato dieci ore per mantenere entrambi. E le botte ripetute, calci e pugni, la furia esplosa la volta in cui lei perde la fede nuziale. Una sera un piccolo ritardo nel rientrare a casa scatena l'uomo, che accusa la moglie di tradirlo e rovistando nel suo cellulare scopre i messaggi alla madre. Le stringe le mani al collo e lascia la presa solo quando lei fatica a respirare: «Ti voglio sottoterra», avverte. È qui che la 21enne si decide ad andare via e a rivolgersi ai carabinieri.

Nell'agosto successivo il Nucleo radiomobile dei carabinieri interviene in piena notte in una casa di Milano dove vive una famiglia definita «normale». Una donna italiana di 20 anni è appena stata aggredita dal marito di 24 davanti al loro figlio piccolo. Non era la prima volta, ma quella sera la vittima chiama disperata un'amica, la quale avverte il 112. Ai soliti calci e pugni, scatenati dalla gelosia ossessiva, si erano aggiunte le minacce: «Hai dieci minuti per far addormentare il bambino, poi ammazzo te e lui. Lo faccio a pezzetti e lo butto nella spazzatura». Ancora: «Vattene, porta con te quel bambino di m...». Lei tenta di uscire, ma viene inseguita. Si rifugia nella doccia, con il piccolo che la raggiunge. Il marito le spinge la testa nel water, la porta in cucina, le punta un coltello alla schiena e le stringe al collo una maglietta arrotolata. I militari con un lavoro incalzante e coordinati dal pm Stagnaro ricostruiscono la notte stessa una storia di maltrattamenti che dura da almeno un anno. Procedono all'arresto in flagrante.

Il 24enne, incensurato, viene accusato anche di lesioni e violenza privata: impediva ogni volta alla moglie di andare al pronto soccorso, lei si medicava da sola le ferite.

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