Cronaca locale

Molti amici e pochi vip L'ultimo saluto a Krizia

Alle esequie della stilista assenti i grandi nomi del fashion I suoi cari: «Sognava di riposare al cimitero Monumentale»

La voce del soprano ungherese Monika Lukacs che canta l'Ave Maria di Giulio Caccini e il lied Bis du bei mir di Bach, stringe il cuore e in pochissimi riescono a trattenere le lacrime. Il funerale della stilista Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, non è stato una sfilata di grandi nomi. Anzi: nella chiesa di Sant'Angelo, in corso di Porta Nuova, ieri mattina non erano molte le persone venute a dare l'ultimo saluto alla signora delle grafiche, degli anni Ottanta, la pioniera del «sistema moda» come l'ha descritta Beppe Modenese. Certamente però si trattava di persone del suo cuore, amici innanzitutto. E quindi senz'altro di una cerimonia triste, ma bellissima per autenticità di sentimento.Davanti alla bara di noce chiaro, coperta di calle e rose bianche, oltre ai parenti - in primis l'emozionatissima nipote Carolina Rosi, figlia della sorella di Krizia, legatissima alla zia e vedova da poco di Luca De Filippo (il marito della stilista, l'architetto Aldo Pinto, gravemente malato da molti anni, non ha potuto venire in chiesa, ndr) - si sono riuniti anche personalità e collaboratori, tra i quali spiccava Zhu Chongyou, la miliardaria cinese proprietaria del gruppo Marisfrolg, nuovo presidente e direttore creativo della maison Krizia dall'anno scorso. Ma più che colleghi di lavoro, a dire addio alla grande bergamasca c'erano soprattutto amici. Anche il sindaco Giuliano Pisapia si è presentato con la fascia tricolore, ma con la moglie Cinzia stretta al fianco, entrambi molto emozionati. E poi le amiche e gli amici di sempre: il gruppo venuto apposta da Bergamo, quindi Beppe Modenese, Anna Vincenzini, Rosita Missoni, Lella Curiel, la Ceo di Superstudio group Gisella Borioli, Mario Boselli, Alba Parietti («Mariuccia era coraggiosissima e piena di talento» ha dichiarato la soubrette), la direttrice di «Amica» Emanuela Testori, Jo Squillo, l'architetto Stefano Boeri, la regista teatrale André Ruth Shammah, Chiara Beria di Argentine e, naturalmente, Isa Vercelloni scrittrice, bibliografa e vicina a Krizia fino alla fine. Proprio la Vercelloni, dopo il discorso iniziale di Carolina Rosi («mia zia era molto amata e aveva tanti amici») ha voluto dire addio alla sua Mariuccia al termine delle esequie. Con la voce rotta dall'emozione ha descritto la stilista come una donna «(...) che ha sempre vissuto nel presente, non diplomatica, forte, con un generoso, sollecito e severo senso dell'amicizia, capace di una insospettabile timidezza che le aveva fatto celare il suo vero nome sotto il dialogo di Platone, Crizia ,che tratta della vanità». «Non ci ha mai trattate come anonime modelle - raccontano due ex indossatrici della stilista, l'italiana Antonella Volpe e la lituana Iolanta Riaubaite, strette una accanto all'altra -. Era severa e determinata, ma anche molto materna».Padre Cesare Azimonti, che ha celebrato la messa, ha letto il discorso della montagna, tratto dal Vangelo di Matteo, quindi ha spiegato il «modo laico» di vivere la fede di Mariuccia Mandelli, «sempre attenta al sociale».Le ceneri della stilista per ora verranno conservate dai suoi cari. «Il suo sogno - ci confida un'amica - era di riposare al Monumentale».

E se Boeri propone un museo della moda per non dimenticare la stilista e altri artisti della moda come lei, Pisapia conclude: «Qualcosa per ricordarla lo faremo di sicuro».

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