Cronaca locale

Monopattini, 10mila in città ma sono ancora fuori legge

Finché il sindaco non emanerà un'ordinanza specifica la circolazione dei mezzi elettrici non è autorizzata

Marta Bravi

Sono diecimila i monopattini che circolano in città. Tutti abusivamente. Dopo il clamore mediatico legato all'emanazione del Decreto ministeriale 229 del 4 giugno 2019, al momento la circolazione di monopattini, segway, hoverboard e monowheel che in termini tecnici vengono definiti «dispositivi per la micromobilità a populsione elettrica» continua a non essere autorizzata nei centri urbani, tranne che nelle aree pedonali o sui marciapiedi E «purché non arrechino intralcio e pericolo alla circolazione dei pedoni». In sostanza il decreto, che deve ancora essere pubblicato in Gazzetta, stabilisce che i comuni emanino una regolamentazione per la circolazione su strada di tali dispositivi nei centri urbani.

Il decreto, come noto, stabilisce che i monopattini possano circolare in aree pedonali con velocità massima di 6 km orari, percorsi pedonali e ciclabili, piste ciclabili in sede propria e su corsia riservata e «zone 30», quindi in carreggiata su strade con limite massimo di velocità di 20 km orari. Così i segway ovvero quelle sorte di pedane con de ruote e manubrio. Diversi gli ambiti di circolazione invece per monowheel e hoverboard.

Il problema? Di fatto in città circolano migliaia, o meglio circa 10mila monopattini elettrici, in ogni sede ovvero marciapiedi, carreggiate, piste ciclabili e percorsi ciclopedonali, pur non essendo autorizzati. E come se nulla fosse. Una volta che il decreto sarà pubblicato in Gazzetta le amministrazioni avranno 12 mesi di tempo per recepirlo e emanare un'ordinanza sindacale per la regolamentazione di tali dispositivi, ordinanza che dovrà individuare gli ambiti di circolazione autorizzata. Cioè specificare in quali specifiche zone 30 o in quali piste ciclabili sarà lecito circolare, previa dotazione di un regolatore di velocità montato sui dispositivi che non permetta di superare la velocità i 20 km orari, anche nelle zone 30. La sperimentazione potrà avere una durata minima di 12 mesi e massima di 24 mesi dalla data di emanazione dell'ordinanza sindacale. Non solo, il decreto deve necessariamente essere accompagnato dall'installazione, a cura dei Comuni, di apposita segnaletica orizzontale e verticale, che indichi che è in atto la sperimentazione, quali mezzi sono autorizzati a circolare e dove e imponga limiti di velocità massima consentita. Segnaletica che comporterebbe un grosso investimento per l'amministrazione - per di più per una sperimentazione di soli 12 mesi - e che andrebbe a infittire ulteriormente il «panorama» urbano.

In attesa del decreto vige quindi l'articolo 190 del Codice della strada che «vieta la circolazione degli acceleratori di velocità sulla carreggiata delle strade e sugli spazi riservati ai pedoni se possano creare situazioni di pericolo per gli altri utenti». La sanzione? Da 25 a 99 euro. I vigili, applicando l'articolo 190, hanno comminato un centinaio di multe a monopattini e altri dispositivi che viaggiavano a velocità sostenute in aree pedonali in situazioni di affollamento.

Difficile pensare che, almeno a breve, il sindaco emani la sua ordinanza.

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