Cronaca locale

Moschea, la Chiesa pianta i paletti

Moschea, la Chiesa pianta i paletti

La Chiesa di Milano scende in campo per chiedere un luogo di preghiera e di studio dignitoso per i musulmani che lo attendono da tanto tempo. Ma propone come partner «un'istituzione islamica internazionale alla quale potranno affiancarsi le organizzazioni musulmani territoriali». E mette in guardia dai rischi legati alle comunità islamiche litigiose e radicali. Il pensiero va subito all'ipotesi delle due moschee e al Caim, il gruppo di comunità islamiche guidate da Davide Piccardo che ha chiesto al Comune l'area del Palasharp. Il Caim raduna comunità tradizionalmente radicali come viale Jenner e il suo leader sponsorizza regolarmente le manifestazioni dei Fratelli musulmani. Nonostante ciò proprio ieri l'assessore Piefrancesco Majorino ha incontrato Piccardo per la moschea.
Il professor Paolo Branca, responsabile dei rapporti con l'Islam, spiega: «Serve un centro di studi e iniziative culturali qualificato, con sala di preghiera annessa, ma la cui missione principale sia quella di far conoscere e valorizzare, non solo per i musulmani ma per tutti, la ricchezza spirituale e l'eredità culturale di una straordinaria civiltà». Al contempo, però, Branca lancia l'allarme: «Le organizzazioni musulmane territoriali non possiedono ancora i requisiti, il personale e il coordinamento necessario, come dolorosamente evidenziatosi durante il recente travaglio egiziano, in cui si son verificate gravi frizioni interne tra fedeli di diverso orientamento politico durante i riti del Ramadan».
I Fratelli musulmani, popolari tra comunità del Caim, sono stati inseriti tra i gruppi terroristici anche dall'Arabia Saudita. Ed è di ieri la notizia che il premier britannico David Cameron ha ordinato un'inchiesta per verificare se stiano pianificando attentati nel Medio Oriente dal Regno Unito. In questo contesto il Comune di Milano vorrebbe affidare la costruzione di una moschea al Caim di Piccardo, che ne sostiene apertamente la causa. Oltre tutto i Fratelli musulmani hanno già moschee a Cascina Gobba, viale Jenner e via Quaranta. Nella giunta è soprattutto Majorino a spingere in favore del Caim, mentre altri vedono di buon occhio il patronato della moderata Giordania.
Non mancano altre perplessità. Il giurista della Curia, Silvio Ferrari, aggiunge che «la moschea è un diritto ma, come tutti i diritti, non è senza limiti. Una moschea è un luogo dove si prega, si medita, si spiegano testi sacri, si compiono cerimonie religiose. Una moschea dove si svolgessero attività di natura politica o economica, non sarebbe più un luogo di culto».

E ancora: «Deve rispettare le norme previste per gli edifici dove si riunisce un numero elevato di persone».

Commenti