Cronaca locale

Navigli chiusi perché Milano non è Venezia

Sono una anziana signora milanese, nata all'Isola nel lontano 1934, quando l'isola era uno dei quartieri poveri di Milano e non una delle zone più «in», quale è diventata oggi. Amo la mia città profondamente, mi è sempre piaciuto il suo fervore nel fare, nel rinnovarsi. Mi piaceva tanto l'atmosfera dei quindici giorni della Fiera Campionaria. Ho vissuto il periodo della guerra, della fame per chi viveva in città, si andava alla «mensa collettiva» a mangiare nelle baracche costruite nei vialoni della città. Ricordo anche un giorno di Natale quando ci hanno servito dei maccheroni al pomodoro anziché il solito minestrone con un odore strano.

Mi piace la Milano nuova, moderna che sta al passo coi tempi, la amo ancora malgrado la maleducazione della gente e l'incuria. La mia città è il Duomo, la Madonnina, la Scala, la chiesa di San Satiro, le sue vestigia dell'antichità, la sua storia. Anche quella dei Navigli. Ma riaprirli no! Riaprire i navigli mi sembra una cosa senza senso.

I turisti a Milano non vengono per vedere una brutta copia di Venezia, vengono per vedere e ammirare la nostra inventiva in tutti i campi dello scibile umano, il nostro desiderio di essere all'avanguardia sempre in tanti settori. I Navigli sono stati coperti perché erano maleodoranti e sporchi, portavano zanzare e topi e con l'educazione che c'è adesso, sarebbero anche peggio.

Se il Comune ha tanti soldi per un'impresa del genere, potrebbe usarli per risanare le periferie anziché degradare anche il centro.

Fernanda Monti

Commenti