Cronaca locale

No a Levato e Boettcher I giudici tolgono il figlio alla «coppia dell'acido»

Anche la sentenza d'appello ha confermato l'adottabilità del bimbo di un anno e mezzo

Cristina Bassi

Martina Levato e Alexander Boettcher sono inadeguati a fare i genitori. Il loro bambino quindi, che ormai ha 18 mesi, è dichiarato ancora una volta «adottabile». La Corte d'appello (con i giudici Canziani, Caccialanza, Troiani) ha confermato la sentenza del Tribunale per i minorenni dello scorso settembre. E rigettato i ricorsi di Levato, dell'ex amante e padre di Achille, dei nonni materni e della nonna paterna. I giudici, che hanno emesso il verdetto dopo l'udienza del 2 febbraio, ribadiscono la necessità che il bambino venga adottato da una famiglia estranea all'ex «coppia dell'acido». Neppure i nonni infatti sono considerati capaci di crescerlo. Ora ai genitori naturali del piccolo rimane la possibilità di ricorrere in Cassazione.

La Corte ripercorre le gravi aggressioni con l'acido di cui Levato e Boettcher sono accusati. Ricorda le pesanti pene detentive che devono scontare, inflitte dopo le inchieste coordinate dal pm Marcello Musso. Martina è stata condannata a vent'anni di carcere, Alexander a un totale di 37 anni, anche se il suo percorso giudiziario non è finito. Il dispositivo riporta i pareri degli esperti che hanno osservato genitori e nonni durante gli incontri con il bimbo. Oltre a brani delle perizie presentate nei processi, che rilevano sia il carattere perverso dei crimini dei due giovani sia il «potenziale distruttivo» della coppia. Poi il cuore della sentenza: «Questi essendo il contesto in cui matura il concepimento di Achille e le modalità con cui Martina e Alexander si apprestano a diventare genitori, rileva la Corte che si tratta di fatti così efferati che solo ignorandoli si potrebbe pensare di restituire il figlio a chi lo ha generato. Del pari, solo chiudendo gli occhio sulle conseguenze sanzionatorie di condotte così allarmanti si potrebbero prospettare soluzioni favorevoli alle richieste di due genitori che lasciano allibiti nella loro folle aspettativa di maternità e di paternità». Il riferimento è al fatto che a un certo punto, come spiega la sentenza, anche il concepimento e il progetto di diventare insieme genitori erano diventati parte integrante del disegno criminale dei due. «Si badi - scrive la Corte d'appello - che quando Barbini viene colpito, Martina e Alexander sanno benissimo di essere in attesa del bambino». Sarà proprio per il blitz del 28 dicembre 2014 contro Pietro Barbini, sfigurato come già Stefano Savi con il terribile liquido, che la coppia verrà arrestata.

Boettcher, assistito dall'avvocato Valeria Barbanti, aveva ammesso di non potersi occupare del piccolo e chiesto che fosse affidato alla madre Patrizia Ravasi. Mentre Levato, con il legale Laura Cossar, chiedeva che il bimbo rimanesse con lei in una struttura detentiva per madri e figli. Oppure che venisse dato ai suoi genitori. I giudici non hanno concesso credito alla «metamorfosi» psicologica che la ex bocconiana avrebbe intrapreso: è «la mancanza - scrivono - di un autentico cambiamento ad impedire che Achille possa tornare dalla madre».

Infine: «Il bambino subirà per sempre il marchio di una famiglia così segnata da atroci violenze», se ne farà parte.

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