Cronaca locale

No pass, scattano le denunce. Molti vengono da fuori città

Sei persone identificate e quattro accusate di violenza privata, interruzione di pubblico servizio e istigazione

No pass, scattano le denunce. Molti vengono da fuori città

Per il popolo dei Green pass e dei No Vax doveva essere un sabato diverso dai quattordici che l'avevano preceduto e non solo per la pioggia. L'epilogo però non è stato molto differente da quello delle scorse settimane, con la Digos che anche stavolta ha identificato sei persone, accompagnandone tre in questura che poi sono state denunciate per manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio e violenza privata. «Non si tratta di soggetti politicamente orientati, ma di gente qualunque» ci spiega il dirigente della Digos di Milano Guido D'Onofrio. Parliamo di un 22enne residente nella bergamasca (denunciato anche per resistenza a pubblico ufficiale), di un 30enne residente a Lodi e di un 28enne che abita in provincia di Torino (questi ultimi due denunciati, invece, anche per istigazione a disobbedire alle leggi). Tra i sei identificati durante il corteo, c'è anche un 19enne residente a Gessate, che verrà denunciato per manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio, violenza privata e istigazione a disobbedire alle leggi.

Il percorso della manifestazione di sabato, che ha contato poco meno di 5mila partecipanti, per la prima volta dopo 15 settimane era stato deciso tra gli organizzatori e la questura che l'aveva valutato e approvato. Alla partenza in piazza Fontana era stato addirittura diffuso un comunicato in cui gli stessi organizzatori, nonostante toni decisamente poco accondiscendenti con via Fatebenefratelli, fornivano però indicazioni sulle tappe principali da seguire. Più di qualcuno, però, appartenente all'ala più oltranzista dei manifestanti, si sapeva non avrebbe gradito questa sorta di patto di non belligeranza. E la tensione era palpabile, soprattutto nei confronti dei giornalisti. Tant'è che un videomaker della trasmissione Tagadà di La7 è stato insultato e aggredito in piazza Duomo, alla partenza del corteo. In realtà le forze dell'ordine infatti non si sono mai fatte illusioni sul fatto che il corteo preavvisato potesse essere completamente rispettato e si aspettavano, prima o poi, qualche fuori programma che infatti c'è stato.

Al termine di via Manzoni il corteo è stato raggiunto dai «daspati» (colpiti cioè dal provvedimento del Daspo emesso dal questore Giuseppe Petronzi) ovvero da coloro che non avrebbero potuto partecipare dall'inizio della manifestazione perché è loro vietato entrare nel centro storico. Tra loro anche Marco Mantovani, leader di Forza Nuova a Milano, il cui Daspo è stato sospeso dal Tar.

Nel frattempo, mentre il corteo veniva raggiunto anche da Gianluigi Paragone, senatore di Italexit e già candidato sindaco di Milano, raggiunto viale Monte Santo, anziché dirigersi verso i Bastioni di Porta Nuova come era stato stabilito, i partecipanti hanno deviato all'improvviso per via Galilei quindi per viale della Liberazione, per poi imboccare infine via Melchiorre Gioia e, rimettendosi così nuovamente sui Bastioni. Una «variazione» questa che ha provocato importanti problemi di intralcio al traffico. Nulla però a confronto a quelli causati più tardi ancora una volta dagli stessi manifestanti.

Che, una volta arrivati intorno alle 20 al termine del corteo, davanti alla sede della Rai di corso Sempione, anziché sciogliere la manifestazione, hanno raggiunto piazza Duomo attraversando corso Sempione e corso Garibaldi, mandando ancora una volta il traffico in tilt.

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