Cronaca locale

No alle stanze del panino. "Anche la schiscetta può entrare in mensa"

La richiesta di genitori, presidi e istituzioni: "Garantire libertà di scelta sul pasto da casa"

No alle stanze del panino. "Anche la schiscetta può entrare in mensa"

In futuro i bambini che portano la schiscetta da casa potrebbero mangiare sullo stesso tavolo dei compagni col vassoio del servizio mensa. Assieme, senza nessuna «stanza del panino» e senza nessun refettorio-ghetto. O ancora: le mamme potranno decidere di «acquistare» dalle società di ristorazione solo un piatto di verdure calde per i figli e di integrare il pasto con qualcosa preparato con le loro mani. Oppure ancora: potranno aderire all'iniziativa della frutta in classe a metà mattina ma potranno provvedere da sole al pranzo. Il tutto con la massima libertà di scelta.

Questo l'obbiettivo a cui si vuole arrivare in Lombardia, per mettere ordine nel confuso dibattito sulla «schiscetta sì-schiscetta no» a scuola. E soprattutto per mediare tra le richieste delle associazioni dei genitori e l'imbarazzo dei dirigenti scolastici che non possono non attenersi alle regole ministeriali, comunali e igienico saniatrie. Regole che, ad oggi, impongono che il pasto a scuola sia servito dalle società di ristorazione che vincono gli appalti e da nessun altro. Ora le mamme possono infilare una merendina nello zaino dei figli, nulla di più.

Ieri, durante l'incontro convocato in Regione Lombardia, si è deciso di costituire una «squadra mense»: un tavolo tecnico a cui siederanno assieme genitori, presidi, istituzioni.

«Entro il 20 ottobre - spiega l'assessore regionale all'Istruzione Valentina Aprea - vorremmo presentare alla conferenza Stato-Regioni un emendamento alla legge di stabilità perché siano allentati i vincoli attuali e i divieti che impediscono ai bambini di portare il pasto da casa». In sostanza, si vogliono evitare casi estremi come quello accaduto pochi giorni fa alla scuola Pertini dove una bimba, col panino preparato da mamma avvolto nella stagnola, è stata allontanata dalla mensa. Quel caso ha sollevato la questione dei refettori e parecchie associazioni di mamme hanno chiesto la creazione di un'area ad hoc per i bimbi col pranzo fai-da-te. Ma quella strada non sarà seguita. Niente stanze separate: il tavolo istituzionale di ieri ha decretato che tutti i bambini devono stare assieme. E questo è il punto fermo da cui partire per disegnare le mense dei prossimi anni scolastici. «Dobbiamo promuovere forme di flessibilità - spiega la Aprea - che garantiscano libertà di scelta alle famiglie e che indirizzino i dirigenti scolastici, stretti nella morsa di capitolati del comune, società di ristorazione e richieste delle famiglie».

«È arrivato il momento di dare ai dirigenti scolastici gli strumenti per svincolarsi da quello che impone il ministero» sostiene il presidente regionale della commissione Istruzione Luca Ferrazzi (Lega). Ad appoggiare questa linea anche Rita Cosenza, consigliera leghista del municipio 3: «Sono per la libertà di scelta delle famiglie ed è un bene che nasca questo tavolo. Tuttavia non definiamolo semplicemente un tavolo tecnico. Ha un sottofondo politico che emerge dallo stesso nome dei rappresentanti delle famiglie, ad esempio le associazioni dei Genitori democratici».

Soddisfatta per il clima di collaborazione instaurato anche il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale Delia Campanelli: «Abbiamo avviato una bella collaborazione.

Le regole si possono anche cambiare, soprattutto quando a chiederlo sono le famiglie».

Commenti