Cronaca locale

"Prima il cantiere, poi il Covid. Noi, abbandonati dal Comune"

La denuncia dei commercianti di via San Vittore: "Prima il cantiere per la metropolitana M4 e poi la pandemia. E il Comune ci danneggia, perché non possiamo occupare il suolo pubblico"

"Prima il cantiere, poi il Covid. Noi, abbandonati dal Comune"

Prima il cantiere per la creazione della nuova tratta della metropolitana M4, poi la pandemia di Covid-19. Il Comune di Milano, però, non sembra essere sceso in campo come sperato da diverse categorie. E a farne le spese, questa volta, sono i commercianti di via San Vittore e, in generale, quelli che si trovano sulla tratta della M4, che da 5 anni devono fare i conti con restringimenti e strade "blindate", mentre da oltre un anno combattono contro le difficoltà dovute al lockdown.

"Il Comune ci sta danneggiando", spiega al Giornale.it Alessio Fusco, del ristorante Bebel, che racconta le difficoltà dei negozianti di via San Vittore e dei tentativi di trovare una soluzione per superare i disagi dovuti al cantiere e al pandemia. "Il problema- precisa- è sorto in particolare dopo il provvedimento che autorizza l'occupazione straordinaria di suolo pubblico". Il Comune di Milano, infatti, consente a tutti gli esercenti (compresi bar, ristoranti e negozi) di occupare temporaneamente il suolo pubblico con "tavolini, ombrelloni, pedane ed analoghe strutture di carattere temporaneo, rimovibili, connesse all’esercizio della loro attività", per cercare di attenuare il problema della capienza dei locali, ridottasi a causa delle nuove norme anti-Covid. "Noi, però, non possiamo avere uno spazio per mettere sedie e tavolini perché la strada è occupata dal cantiere", spiega Alessio. E questa differenza tra le possibilità degli esercizi commerciali di diverse zone ha creato "un forte squilibrio tra coloro i quali hanno avuto la possibilità di aderire alla concessione e quelli invece esclusi". Questo ha causato "una distorsione della concorrenza: il Comune ci ha danneggiato perché va a favorire gli esercizi nell'area intorno a noi, che rischiamo di perdere i nostri clienti". Prima, dal 2016 al 2020, "abbiamo avuto il problema del cantiere" e ora si è aggiunto quello della pandemia: "Sopravvivere e riuscire a venirne fuori bene è difficile, per di più se si mette il Comune di mezzo".

Per questo, i commercianti di via San Vittore hanno fatto presente la problematica alle associazioni di categoria Fipe ed Epam, per preparare "una lettera che abbiamo inviato a Confcommercio Milano, che l'ha girata al Comune all'attenzione del sindaco Giuseppe Sala, dell'assessore alla mobilità Marco Granelli e a quello al commercio Cristina Tajani". Nel testo, visionato dal Giornale.it, si legge la difficoltà di tutti gli esercenti, "ma soprattutto quelli che operano nel settore ristorazione/bar, che sono stati classificati dal Comune di Milano stesso ad alto impatto per la presenza del cantiere M4", di aderire al provvedimento di occupazione straordinaria di suolo pubblico. Il problema, oltre alla mancanza di spazio, è legato anche alla "carenza di requisiti igienico-sanitari per il rispetto delle norme di ATS in merito alle polveri sollevate dai cantieri". I commercianti, quindi, hanno chiesto al Comune di trovare una soluzione, fornendo ristori adeguati o uno spazio fruibile dalle attività commerciali che si ritrovano in questa situazione.

La lettera è datata 28 gennaio 2021 e il suo invio risale a febbraio. Ma, spiega Alessio Fusco, "non abbiamo ancora ricevuto nemmeno una comunicazione di ritorno, siamo completamente al buio". Dal Comune, quindi, nessuna risposta. "Ora si avvicinano le riaperture e noi siamo preoccupati per questa situazione, che porta un problema economico grave, perché noi siamo penalizzati da questo provvedimento". I commercianti chiedono uno spazio adeguato per poter usufruire del suolo pubblico. "Al cantiere siamo sopravvissuti a stento- precisano- al cantiere più pandemia non sopravviveremo, specie se il Comune di Milano applica provvedimenti iniqui e oltremodo lesivi degli esercenti esposti a M4.

Di sicuro non moriremo in silenzio".

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