Cronaca locale

Nomadi, la Kyenge a Milano. La sinistra scopre l'emergenza

Il ministro a un convegno sull'integrazione dei rom, la Lega pronta a contestare Mazzali, presidente della commissione Sicurezza: "Chiudere il campo di via Idro"

Nomadi, la Kyenge a Milano. La sinistra scopre l'emergenza

E all'ennesima violenza, anche la sinistra ammette che l'integrazione dei rom non è sempre possibile. Anzi, può essere un'utopia. Due giorni fa in via Idro è scoppiata l'ennesima maxi-rissa tra famiglie nomadi, con coltelli e forconi. Anche una ragazzina di quindici anni è stata arrestata alla fine per tentato omicidio, oltre a lei sono finiti in carcere il ferito e altre tre ragazze per rissa aggravata. Erano tutti pregiudicati, residenti nel campo. Sai che novità. Era il 28 gennaio dell'anno scorso quando nella stessa area scoppiò una sparatoria tra famiglie, sul posto intervennero anche le forze dell'ordine accolte a sassate dagli abitanti del campo. Quasi 365 giorni di paura nel quartiere, visto che a ripetizione via Idro finisce al centro delle cronache. La faida tra famiglie che provengono da quel campo ha raggiunto un momento clou a novembre, con una rissa fra rom nel parcheggio dell'ospedale San Raffaele, una vera e propria resa dei conti in cui ci è scappato il morto. Se due giorni fa, all'ennesima tragedia sfiorata, il centrodestra ha reagito invocando - come sempre, da anni - la tolleranza zero da parte di un Comune buonista («l'integrazione di queste persone è impossibile», «Pisapia purtroppo non controlla nè i campi regolari nè quelli regolari» le dichiarazioni del leghista Igor Iezzi e dell'Fdi Riccardo De Corato), al coro questa volta si è unito il consigliere di Sel Mirko Mazzali, presidente della commissione Sicurezza a Palazzo Marino. Mazzali fa una doverosa premessa, per non essere bersagliato dai compagni: «Non sono diventato leghista». Ma «dopo l'ultima rissa scoppiata in via Idro propongo di ripartire da zero. Il campo, lo dico purtroppo e con profonda amarezza, va chiuso senza se e senza ma, prima che sia troppo tardi». A due anni e mezzo dall'insediamento della giunta Pisapia, meglio tardi che mai. Piuttosto che ripartire da zero su via Idro, è il consiglio del leghista Luca Lepore, «si faccia tesoro degli errori e si azzerino tutti i campi, regolari e non, dove non esiste il minimo rispetto delle regole e dei doveri».
Un tema che scotta. Oggi doppiamente. A Palazzo Reale si tiene infatti il convegno promosso dal Consiglio d'Europa per illustrare due progetti per l'«inclusione delle popolazioni rom e sinti», uno incentrato sulla governance democratica e la partecipazione delle comunità, l'altro sull'impegno dei Comuni per lo sviluppo delle politiche pubbliche a favore dei nomadi e «per una migliore comprensione delle problematiche delle minoranze linguistiche». Ad aprire i lavori intorno alle ore 10 sarà il sindaco Giuliano Pisapia. Tra i primi interventi, quello del ministro all'Integrazione Cecile Kyenge, che sarà accolta in piazzetta Reale da un sit-in della Lega. Il segretario provinciale del Carroccio Igor Iezzi l'ha ribattezzata il «ministro alla disintegrazione» e assicura, «ci saremo anche noi, ma a spiegare che a Milano prima vengono i cittadini milanesi che abitano in questa città e che hanno contribuito a farla crescere. Poi, forse, se c'è spazio e opportunità, penseremo agli altri».

I due programmi verranno realizzati in cinque Paesi europei e in Italia nelle città di Torino, Milano, Pavia, Roma, Napoli e Bari.

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