Cronaca locale

Note d'autore, Milano in un album di visioni

Il cantautore tra sonorità acustiche popolari che ricordano Celentano e De Andrè

«A Milano nessuno guarda il cielo...». Potrebbe essere il ritornello di una qualsiasi canzone, la strofa di una poesia, la chiacchiera fatta al bar tra due amici magari un po' avanti con l'età che sentono il peso del tempo. Ma con le sonorità popolari che Roberto Santoro riesce a trasmettere nell'ultimo suo dei suoi album che esce in questi giorni, diventa il racconto di una storia musicale cominciata tanti anni fa che in questa città ha trovato strada e ispirazione. Stasera alle 21 al teatro Arca, il cantautore calabrese, ma milanese di adozione, presenterà al pubblico la sua ultima fatica, un viaggio musicale che riporta alla tradizione della musica popolare italiana che va da Adriano Celentano a Fabrizio De Andrè, tra storie immagini e persone che viaggiano sempre a cavallo tra filosofia, realtà e illusione. «Da Edipo a Milano ad altri pezzi- racconta Santoro, studi di filosofia alle spalle e tanta gavetta nelle band undergroud della città- ho provato a raccontare qualcosa che fosse universale. Così la vicenda di Angelo Carrara, il produttore che morì suicida e che scoprì Ligabue e Battiato spingendomi poi a continuare in questo mestiere mi ha suggerito l'immagine di Edipo che conscio va verso la sua fine...». Visioni e musica. Santoro incontra Angelo Carrara nel 2006 e dalla loro collaborazione nasce «L'elisir del passionario» un concept-album dalle sofisticate influenze folk-pop, diretto dalla produzione artistica di Mauro Pagani, l'ex Pfm. Poi arriva la collaborazione con Francesco Baccini ed oggi quella con Andrea Viti, ex bassista degli Afterhours e con il chitarrista e maestro Filippo Bentivoglio che dell'ultimo album ha curato la produzione artistica. «Io ragazzo della via Gluck? Non so, è un accostamento troppo grande. Certo mi interessa moltissimo la tradizione musicale italiana. Io ci sono arrivato con il tempo, mi sono accorto che abbiamo una storia musicale fondamentale e non serve scimmiottare ciò che viene da fuori. Ma soprattutto di quella tradizione musicale mi piacciono il respiro e un certo spirito che mi fa sentire outsider sempre e sempre un po' naif...». L'ultimo dei 4 album di Roberto Santoro è colto nei contenuti ma anche nella ricerca musicale dove si respira una certa milanesità che poi esplode nel video dell'Edipo Re girato completamente in città tra piazza Gae Aulenti, l'Arco della Pace e i Navigli. «Questo disco è coraggioso- spiega Filippo Bentivoglio che ha curato la produzione artistica- Perchè ripercorre una tradizione musicale anche milanese ma non con uno sguardo nostalgico. Un percorso musicale popolare per spiegare che noi veniamo da lì. E sfida nella sfida, oggi è produrre un disco che ha un senso per la musica d'autore perchè resta il piacere dell'album che raccoglie idee e un progetto e che ha un valore anche nel supporto, si un dc sia un disco in vinile». L'album si intitola «Magaria» che in calabrese significa buona fortuna. E ovviamente va da sè...

ARuz

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